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IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITA’ – GALATONE

IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITA’ – GALATONE

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(il gonfalone di Galatone)                    (lo stemma di Galatone)

Qualche giorno addietro, in occasione della Festa del Cristo di Tabelle ci siamo recati a Galatone e ovviamente abbiamo pensato bene di parlare più a lungo di questo centro posto nel cuore del nostro Salento e che ha una bella storia da raccontare.

Galatone, intanto, deriva dal greco “γάλα” cioè “latte”; da cui αλάτουνα, traslitterato Galàtuna in greco otrantino. Il comune è stato fregiato del titolo di Città nel 2005 e pur stando all’interno del Salento può contare nel proprio feudo dell’affaccio sul Mar Jonio con le località La Reggia e Montagna Spaccata, entrambe di particolare interesse naturale e paesaggistico. Galatone, per le sue bellezze architettoniche, in particolare quelle medioevali e del barocco leccese, è stata inserita nell’associazione Borghi Autentici d’Italia.

Le sue origini risalgono al periodo greco-bizantino quando, per la sua posizione strategica, assunse il ruolo di Kàstron – “castello” in greco bizantino – poi nel periodo normanno-svevo divenne un feudo che comprendeva i casali di Corillo, Feudonegro, Morice, Renda, San Cosma, Tabelle, Tabelluccio e Fulcignano.

Il territorio galatonese è attraversato a nord dal torrente Asso, un antico corso fluviale che convogliava le acque provenienti da Cutrofiano e Neviano verso Nardò

A Galatone è stata viva la lingua greca fin oltre la fine del XV secolo, come anche la religione greca ortodossa, nel rito bizantino.

A Galatone ha avuto i suoi natali il più illustre umanista dell’Italia meridionale, Antonio De Ferrariis detto “Il Galateo”

Centro agricolo importante con la tipicità della ”albicocca di Galatone” è stato anche punto commerciale nevralgico  tra agricoltori e grossisti che acquistavano e rivendevano i prodotti locali di Puglia.

Sulle origini del paese vi è una duplice scuola di pensiero: quella che fa capo allo studioso Rohlfs che attribuisce l’origine al popolo dei Galati – popolo di stirpe celtica così chiamata per la sua carnagione bianca come il latte, e quella dell’umanista concittadino Antonio De Ferrariis, vissuto  dak 1444 al 1517, che attribuisce la provenienza al popolo dei Tessali. ‘”Da giovane lessi Livio e vi trovai Teuma e Galatana, due città della Tessaglia, che erano state conquistate da Tito Quinzio Flaminio”, che in questi luoghi si erano rifugiati per fondarvi la nuova Galatana dopo essere stati sconfitti dai romani nel 197 a.C.

La nascita di Galatone si fa risalire al periodo del Neolitico e se ne hanno tracce corinvenimento di utensili in selce e ceramica nel “Villaggio Costante” sulla Serra Campilatini, nella grotta “Pinnella”, negli insediamenti “Rizzi” e “Spisari” e nella grotta rinvenuta in via San Nicola di Pergoleto.

Lunga e tribolata la storia di Galatone che nel 1743 fu sconvolto da un terribile terremoto, con il crollo di parte delle mura cittadine, di porta San Sebastiano, del palazzo marchesale e di molte abitazioni.

DA VISITARE:

Collegiata dell’Assunta

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Edificata tra il 1591 e il 1595 sulle rovine di una chiesa precedente demolita per le precarie condizioni statiche.

Santuario del Santissimo Crocifisso della Pietà

Costruito fra il 1683 e il 1694 dopo il crollo della precedente chiesa. Ai decori contribuì anche l’architetto leccese Zinalo.

Fu elevato a Santuario nel 1796 da papa Pio VI.

Chiesa di San Sebastiano e San Rocco

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Attigua al convento dei Domenicani, venne edificata nel1500 per volontà del feudatario Giovanni Castriota e ricostruita in stile barocco nel 1712.

Chiesa di San Giovanni Battista

Costruita fra il 1635 e il 1653 dai maestri Ortensio e Cesare Pugliese con l’intento di collegarla ad un monastero di Clarisse che, però, non è stato mai realizzato

Chiesa della Madonna della Grazia

Edificata tra il 1591e il 1595 per accogliere l’icona bizantina della Vergine della Grazia (XIV secolo). Nel 1674 venne costruito l’attiguo convento degli Alcantarini, ora dei Frati Minori, in cui iniziò la sua vita religiosa sant’Egidio Maria da Taranto.

Chiesa di San Francesco d’Assisi

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Edificata tra la fine del 1599 e la fine del 1600 in posizione adiacente al convento dei frati Cappuccini per volere del duca Cosimo Pinelli e di sua madre Livia Squarciafico, nella quale destinarono una cappella a sepoltura della propria famiglia.

Chiesa dell’Annunziata

La chiesa dell’Annunziata, più conosciuta come chiesa di Santa Lucia, risale al XVIII secolo. Fu ricostruita sul posto di un edificio sacro medievale.

Chiesa della Madonna Odigitria

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Risale al XII secolo. La chiesa è in realtà la parte absidale dell’originario edificio in stile catalano-durazzesco, di cui si conservano le strette monofore laterali strombate e la piccola finestra circolare (oculo) posto a nord.

Abbazia di San Nicola di Pergoleto

L’Abbazia di San Nicola di Pergoleto, chiamata nei documenti San Nicola dei Pargoletti, risale al IX secolo, fondata dai monaci basiliani passò poi ai Benedettini. In epoca bizantina fu un importante centro di diffusione della cultura greca e orientale.

Porta di San Sebastiano

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Costruita intorno al 1500, delle porte urbiche poste sulla cinta muraria aragonese, è l’unica superstite. L’architettura, risalente al 1748, è dovuta alla ricostruzione avvenuta dopo il  terremoto del 1743.  L’apparato murario, in carparo, è diviso in tre parti da quattro colonne di stile gotico. Al centro un arco a tutto sesto sormontato da una lunetta ad arco ribassato che contiene gli stemmi dei feudatari Pinelli-Pignatelli. La struttura è conclusa da un cornicione stretto ed aggettante, in asse con le colonne delle cuspidi lapidee ansate. Sull’arco, sopra ad un piedistallo con volute, la statua in pietra leccese del protettore della città San Sebastiano, opera di Pantaleo Larini di Galatone che la completò nel 1859. Sul retro uno stemma lapideo con la fiamma civica.

Palazzo marchesale Belmonte-Pignatelli

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Il Palazzo Marchesale, sede dei feudatari di Galatone già dal XVI secolo, fu voluto dalla famiglia Squarciafico. L’edificio venne edificato in corrispondenza di una torre di epoca angioina a cui si addossò uno sfarzoso portale cinquecentesco. La torre, a pianta tronco-piramidale alla base e cubica nella parte finale, non presenta importanti linee architettoniche in quanto le forme sono quelle essenziali dell’architettura militare romanica. Il palazzo possiede un elegante prospetto ingentilito da finestre decorate con mascheroni e motivi floreali di gusto tardo-cinquecentesco. Nell’angolo occidentale della facciata sono presenti gli stemmi araldici delle famiglie feudatarie degli Squarciafico, dei Pinelli, dei Pignatelli e dei Grillo. Gli ambienti interni, danneggiati e rimaneggiati in seguito al terremoto del 1743 che causò il crollo della parte nord della struttura, comprende le stalle e i locali della servitù al piano terra, le stanze della nobiltà al piano superiore.

Castello di Fulcignano

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Il Castello di Fulcignano, realizzato tra il XII e il XIV dai Normanni, sorge nella periferia sud dell’abitato e apparteneva all’antico casale di Fulcignano abbandonato nel XV secolo. Ciò che rimane è la cinta quadrilatera fortificata con mura in tufo alte circa 8 m e spesse 2,60. Il recinto è rafforzato da alcune torri quadrangolari caratterizzate internamente da una pianta circolare. L’ingresso principale, orientato ad est, presenta un portale a sesto acuto sormontato da un elegante fregio. Il primo vano dopo l’ingresso possiede una volta a crociera a sesto acuto con interessanti decorazioni, un sedile in muratura lungo il lato destro e un camino. Dal vano d’ingresso si accede, oltre che al giardino, a due vani con volta a botte. Dal secondo vano, da una porticina sia accede ad un terzo locale privo di pavimentazione caratterizzato da diversi elementi architettonici

Ottavia Luciani

redazione.lecceoggi@gmail.com

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