HomeCulturaIL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ: TRICASE

IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ: TRICASE

IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ: TRICASE

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(il gonfalone di Tricase)                       (lo stemma di Tricase)

Mi sono spinta sino a Tricase per visitare la prima tappa di Mu.Vi, il nuovo progetto di Arte Amica selezionato dall’agenzia regionale PugliaPromozione nell’ambito del programma InPuglia365 Estate. Si tratta di una mostra che, attraverso una modalità innovativa di fruizione del patrimonio culturale, offre ai visitatori la possibilità di scoprire in prima persona la storia e l’architettura delle principali fortificazioni salentine. Era l’occasione giusta per visitare un centro importante come Tricase che a causa del non buon collegamento resta difficile da raggiungere.

Il territorio del comune di Tricase occupa una superficie di 42,64 km² nel cuore del Salento e rientra nella cosiddetta Regione delle Serre Salentine, per via delle modeste formazioni collinari che ne costituiscono la fisionomia orografica. Nell’insieme il territorio è prevalentemente pianeggiante; l’altimetria è compresa tra i 0 e i 135 metri sul livello del mare. Il territorio comunale insiste su sabbioni di carparo, che si estendono a sud verso la Masseria del Mito, e ad est e a sud verso la Serra di Caprarica del Capo. Nella frazione di Lucugnano, invece, si trovano sabbie argillose di colore giallo che hanno favorito lo sviluppo della lavorazione della terracotta, peraltro attività di rilievo nell’economia locale.

Dall’ottobre 2006 parte del suo territorio rientra nel Parco Costa d’Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali. Di particolare interesse naturalistico sono le querce vallonee, esemplari di alberi unici in tutta Europa Occidentale, visto che insistono nel Salento e nei Paesi Balcanici.

La costiera, molto frastagliata, presenta grotte calcaree, come la Grotta Matrona, oltre a diverse piccole insenature ed è estesa per circa 8 km dalla Torre del Sasso a levante sino al promontorio del Calino a ponente; comprende le due località di Tricase Porto e Marina Serra.

Il feudo di Tricase confina con Andrano, Miggiano, Montesano Salentino, Specchia, Alessano e Tiggiano mentre ad est con il confine è segnato dall’Adriatico.

Tricase, anticamente denominato Treccase, poi Trecase, successivamente Tricasi o Tricasium, deve il suo nome all’unione di tre casali differenti che, unendosi, diedero origine ad un unico nucleo abitativo.

L’etimologia più accreditata tuttavia traduce il nome Tricase come inter casas, vale a dire, un paese formatosi in mezzo ad altri casali.

Tricase sorge in una zona ricca di testimonianze preistoriche e megalitiche i famosi “menhir” e “specchie” anche se mancano documenti attendibili per risalire alle origini dle paese. Si dice, ad esempio, che tra il X  e L’XI secolo esistevano tre casali che, unendosi, determinarono la nascita del primo nucleo abitativo dell’attuale Tricase. Molti studiosi storici concordano su questa ipotesi, ma non lo sono, invece, per i nomi dei tre casali: per lo storico Luigi Tasselli i casali si chiamavano: Trunco, Monesano e Amito Cuti; per Antonio Micetti: Menderano, Voluro e San Nicola; per Girolamo Marciano Abatia: Trunco e Manerano, per Michelangelo D’Elia Trunco, Manerano e Voluro.

Ottavia Luciani

(fine prima parte)

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