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IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ

IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ

CAPPELLA DI S.ELIGIO VESCOVO A MANDURIA

san eligio

S.Eligio Vescovo di origine  francese, nacque a Noyon nel 588 d.C e morì il 1 Dicembre 660 d.C. Apprese a Limoges l’arte dell’oreficeria e divenne orafo alla corte del re merovingio Clotario II. Oltre ad essere il santo protettore degli orafi, è anche dei maniscalchi, numismatici, veterinari, e degli allevatori di cavalli. Il culto di S.Eligio si diffuse rapidamente  nel Limousin, nella Francia del Nord, nelle Fiandre, in seguito in Germania e Italia, in particolare a Bologna, Roma a Napoli. Il culto dell’omonimo Santo è attesto in molti centri pugliesi, incominciò ad affermarsi  nel Principato di Taranto nel XIII sec d.C con l’avvento della dinastia degli Angiò,  tra Monopoli, Bitonto, Acquaviva, Modugno,  Santeramo in Colle, diffondendosi fino all’età aragonese nel Basso Salento, ad Ortelle, Minervino, Copertino, nel Tarantino, e nel Foggiano. L’omonima cappella in Manduria fu eretta “elemosinis piorum civium” (offerte del popolo), nel 1530, dove nell’antichità il borgo era chiamato delle Amendole (mandorle), incrociava l’odierna via delle Mandorle d’Oro ubicata nei pressi dell’area archeologica di Manduria, città messapica. Oggigiorno il borgo delle Amendole è denominato borgo S.Eligio. La cappella era orientata ad Est, venendo dalla via per Lecce  proseguendo per l’area archeologica, non a caso la cappella non è tanto lontana dal secondo fossato. La cappella è stata inizialmente costruita con volta a tegole e poi in seguito rifatta nel 1600 a tufi, molto probabilmente realizzata in comune colletta dei comuni signori. Purtroppo la cappella non esiste più, sono ormai tantissimi anni che è stata demolita, dopo esser stata venduta ad un privato che ha chiesto ed ottenuto la relativa concessione edilizia. Nel XVII sec d.C ebbe sede principale per qualche anno la Confraternita dell’Immacolata di Manduria, in essa aveva avuto sede la Congregazione degli Operai Cattolici. Venne rifatto l’altare con l’affresco del Vescovo, l’omonimo affresco venne sostituito da una tela nel 1698 per ordine del Vescovo Francia. Nel medesimo anno la cappella possedeva una campana che in seguito fu venduta dal Capitolo nel 1791, erogando il prezzo di essa in un beneficio del nuovo altare di marmo ubicato nella Chiesa Matrice di Manduria. Dal 1865 a seguito della soppressione degli ordini religiosi, con la rendita fu pure incamerata la casa del custode e venduta con asta pubblica, ma la chiesa venne demolita anni dopo.

Simona Lenti

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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