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SANITA’, UN PIANO DI RIORDINO CHE PENALIZZA IL TERRITORIO BRINDISINO

SANITA’, UN PIANO DI RIORDINO CHE PENALIZZA IL TERRITORIO BRINDISINO

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Una delegazione di operatori sanitari di Francavilla, Ostuni e Ceglie Messapica, guidata dal deputato Ciracì, ha incontrato il presidente del gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo, per chiedere un aiuto

Un Piano di Riordino Ospedaliero che penalizza in modo spropositato e insensato il territorio brindisino, che per la sua particolare collocazione non interessa solo lo stretto perimetro della provincia di Brindisi.

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Per questo, nella mattina,  una delegazione di operatori della sanità degli ospedali di Ostuni (i dottori Spennati e Farina), Francavilla Fontana (dottoressa Campana) e di Ceglie Messapica (dottor Urso), insieme al consigliere comunale e il presidente del Comitato per la difesa dell’ospedale di Ceglie (Argentiero e Rodio), guidata dal deputato dei CoR Nicola Ciracì, ha incontrato il presidente del gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo, per illustrare tutte le criticità sanitarie del proprio territorio, in vista di  mercoledì prossimo,18 gennaio, quando la Commissione regionale alla Sanità ritornerà a riunirsi proprio per ridiscutere il Piano di Riordino Ospedaliero dopo la sonora bocciatura ottenuta lo scorso anno.

Un territorio, quello della provincia di Brindisi, che il Piano maltratterebbe a cominciare dal numero dei posti letto (p.l.) che mediamente sono inferiori a quelli previsti nelle altre province pugliesi. Qualche esempio per Nefrologia a Foggia ci sarebbe un p.l. ogni 13.435 abitanti, a Brindisi 1 ogni 20.036; per Cardiologia a fronte di una media regionale di 1 p.l. ogni 6mila a Brindisi c’è  solo 1 ogni 9.500 (quindi sulla carta mancherebbero 22 p.l.); stessa situazione per l’UTIC dove in Puglia la media è di p.l. ogni 18mila, a Brindisi 25mila (anche in questo caso mancherebbero 22 p.l).

A fronte di questa situazione a Francavilla il Piano prevede il ridimensionamento di Nefrologia dove i restanti 20 p.l. dovranno soddisfare un’utenza di circa 200mila persone.

A Ostuni vengono chiusi Cardiologia e Pediatria, mentre il Pronto Soccorso opera in locali angusti e inidonei alle prestazioni richieste, nonostante si dovrà far fronte alla Pneumologia di nuova istituzione. Disagi su disagi, eppure la città bianca è una delle località turistiche più gettonate della Puglia, per metà dell’anno la sua popolazione raddoppia per la presenza di turisti e quindi l’ospedale avrebbe bisogno non solo di un Pronto Soccorso soddisfacente a cominciare dai locali, ma anche che persista la Cardiologia potenziandola con attività di interventistiche che, per altro, vengono già espletate in maniera eccellente.

Per Ceglie Messapica, infine, il presidente del Comitato, Rodio, e il consigliere comunale Argentiero auspicano che la Regione autorizzi immediatamente la Asl di Brindisi a bandire il concorso per l’attivazione del Centro Risvegli  da aprire nella struttura San Raffaele. Così come viene richiesta la riattivazione del cod. 28 per i pazienti con lesioni midollari. Nell’ex presidio ospedaliero sarebbe anche necessario implementare le funzioni assistenziali a ciclo continuativo extra-ospedaliero rivolte alla cronicità.

Il presidente del Comitato a difesa del presidio di Ceglie Messapica, Rodio, e il consigliere comunale Argentiero auspicano che la Regione Puglia attivi nel più breve tempo possibile i servizi previsti dalle delibere e determine della Asl di Brindisi, assunte nel 2011 e 2013: “Adozione progetto di riorganizzazione e riqualificazione dell’ex Stabilimento Ospedaliero di Ceglie Messapica(BR) in Presidio Territoriale Polifunzionale” (e non nella struttura del San Raffaele, così come erroneamente riportato nel comunicato)  “Progetto di attivazione della struttura di Riabilitazione extraospedaliera-Centro Risvegli di Ceglie Messapica”, “Struttura di Riabilitazione extra ospedaliera-Centro Risvegli”.

Il capogruppo Zullo ha assicurato che farà sua la battaglia della delegazione brindisina, mercoledì prossimo in Commissione, nella convinzione, però, che è l’intero impianto del Piano di Riordino a fare acqua da tutte le parti in assenza a priori di valutazioni demografiche, epidemiologiche e finanziarie che rendono il provvedimento un mero taglie e cuci senza ratio.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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