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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

Almanacco di oggi venerdì 26 aprile 2024

Diciassettesima settimana dell’anno 2024

Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 117 * giorni rimanenza per la fine dell’anno 249

A Roma il sole sorge alle 5.12* tramonta alle 19.03 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 4.51 tramonta alle 18.37 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: San Marcellino

OGGI È: La Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale

Dal 2000, ogni 26 aprile, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale – OMPI (World Intellectual Property Organization – WIPO) celebra la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale per approfondire il ruolo che i diritti di proprietà intellettuale svolgono nel favorire l’innovazione e la creatività. La giornata cade il 26 aprile di ogni anno perché in quel giorno, nel 1970, entrò in vigore la Convenzione sulla proprietà intellettuale che istitutiva l’OMPI.

L’OMPI è, dal 1974, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Ginevra istituita con la Convenzione di Stoccolma nel 1967, per incoraggiare l’attività creativa e promuovere la protezione della proprietà intellettuale nel mondo.

La proprietà intellettuale (PI) si riferisce alle creazioni della mente, come invenzioni, opere letterarie e artistiche, disegni e simboli, nomi e immagini usati nel commercio.

La proprietà intellettuale è protetta per legge da brevetti, copyright e marchi commerciali, che permettono alle persone di guadagnare riconoscimento o beneficio finanziario da ciò che inventano o creano. Trovando il giusto equilibrio tra gli interessi degli innovatori e l’interesse pubblico più ampio, il sistema di PI mira a promuovere un ambiente in cui la creatività e l’innovazione possano fiorire.

Il tema scelto per celebrare la Giornata di quest’anno è quello della proprietà intellettuale al servizio delle piccole e medie imprese sui mercati esteri. In un momento in cui l’imperativo della ripresa economica è alto, la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale 2021 fa luce sul ruolo critico che ogni piccola e media impresa (PMI) ricopre nell’economia e su come possano essere utilizzati i diritti di proprietà intellettuale per costruire imprese più forti, competitive e resistenti.

Le PMI costituiscono circa il 90% delle imprese del mondo, impiegano circa il 50% della forza lavoro globale e generano fino al 40% del reddito nazionale in molte economie emergenti. Ognuna di queste imprese ha preso un’idea e l’ha utilizzata con ingegno per creare un prodotto o un servizio che i consumatori vogliono. E ognuno di loro può usare i diritti di proprietà intellettuale per salvaguardare e creare valore dalle loro risorse aziendali. Eppure, molte PMI non sono ancora completamente consapevoli del valore della Proprietà Intellettuale; questo significa perdere l’opportunità di generare ulteriori profitti e di non incentivare ulteriormente la crescita. Gli studi dimostrano infatti che quando le aziende sono esperte di proprietà intellettuale, e quando acquisiscono e gestiscono i diritti di proprietà intellettuale, accrescono il proprio valore economico.

La Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale 2021 sottolinea anche il ruolo centrale che l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI) con gli uffici nazionali e regionali della proprietà intellettuale svolgono nel creare condizioni favorevoli per le PMI, per guidare l’innovazione, per alimentare la ripresa economica e creare occupazione.

ACCADDE OGGI: anno 1986 –  Disastro alla centrale nucleare di Chernobyl:

Un test di sicurezza compromesso dalla cieca ambizione e dalla sciatteria umana scatena l’inferno nel cuore dell’ex Unione Sovietica. Alle vite cancellate in un istante dalla tremenda esplosione se ne aggiungono altre, innumerevoli, avvelenate lentamente dalle radiazioni. Anche oggi nessuno è in grado di dire con certezza quante perdite umane sono legate a quella sciagurata notte.

Il 1986 è un anno cruciale nell’evoluzione della “guerra fredda” tra Stati Uniti e URSS. L’elezione di Mikhail Gorbaciov a segretario generale del Partito comunista sovietico (massima carica del regime) sembra promettere l’inizio di una nuova era nei rapporti tra le due superpotenze e soprattutto una svolta nella febbrile corsa agli armamenti, scongiurando l’imminenza di un conflitto nucleare. Ma è un processo lento.

Nella primavera di quell’anno, infatti, il clima è ancora teso ed è forte in URSS la paura di un attacco alle centrali nucleari. Per questo si effettuano numerosi test di sicurezza per verificare il funzionamento dei reattori in condizioni “limite”. Simili operazioni avvengono nel sito nucleare di Chernobyl, situato nelle adiacenze della città ucraina di Pripjat’, a 16 km dal confine con la Bielorussia. Utilizzata per produrre energia elettrica ad uso civile e plutonio per scopi militari, la centrale funziona attraverso 4 reattori.
Gli standard di sicurezza sono lontani da quelli adottati a quel tempo nel mondo occidentale e la storia della sua costruzione è costellata di elementi allarmanti sotto il profilo dell’affidabilità. La notte di sabato 26 aprile tutto ciò emerge con estrema drammaticità incrociando l’errore umano. Il vice capo ingegnere Anatoly Dyatlov ha il comando delle operazioni e decide di verificare se la turbina del reattore 4 è in grado di generare energia per inerzia, anche in presenza di un’interruzione della corrente elettrica.

Per gli altri tecnici si tratta di un’operazione rischiosa, per via delle condizioni non ottimali della potenza del reattore. Dyatlov non sente ragioni, accecato dall’ambizione di prendere il posto del suo superiore. All’1.23 si dà avvio all’esperimento ed è l’inizio della fine. La catastrofe si materializza in appena un minuto: la pressione del reattore è alle stelle e il disperato tentativo di bloccarne la potenza si rivela fatale, aumentandone di cento volte la potenza distruttiva. A una prima esplosione ne segue una seconda di maggiore portata, che disperde nell’aria 50 tonnellate di carburante nucleare. Scattano immediatamente i soccorsi ma il rischio radioattivo è di fatto inarginabile: il primo bilancio ufficiale parla di 31 vittime che sale a 65 tra tecnici della centrale e soccorritori.

Nelle prime ore le autorità sovietiche sono impegnate a minimizzare l’incidente agli occhi del mondo, salvo poi fare dietrofront quando la nube radioattiva raggiunge il resto dell’Europa, arrivando a lambire l’area del Mediterraneo. Nel frattempo viene fatta sgombrare l’intera città di Pripjat’, decisione poi allargata a tutti i residenti nel raggio di 30 km dall’impianto. Centri abitati e vegetazione assumono l’aspetto di luoghi fantasma che conserveranno nei decenni a seguire.

Il rischio contaminazione scatena il panico nell’opinione pubblica europea, in particolare in Italia dove si vieta il consumo degli alimenti più a rischio come latte e insalata. In quel periodo prende forza il movimento antinucleare, che con il referendum del 1987 porta allo stop definitivo della produzione di energia nucleare in Italia.

Ricordato come il più grave incidente nucleare della storia, l’unico insieme a quello di Fukushima del 2011 a far registrare il massimo livello previsto dalla scala INES dell’IAEA, Chernobyl resta una questione aperta su cui si dividono istituzioni e associazioni antinucleariste. Esiste infatti una guerra di cifre sul numero reale delle vittime delle radiazioni, stimabile secondo l’ONU intorno ai 4mila casi tra tumori e leucemie, in un arco di tempo di ottant’anni. Per Greenpeace il rischio decessi potrebbe interessare 6 milioni di persone.

EVENTI SPORTIVI: anno 1970 – a Partenope vince la Coppa delle Coppe:

La Partenope Napoli vince la Coppa delle Coppe, avendo concluso 147 a 129 il doppio confronto con la squadra francese del JA Vichy. Nei turni a eliminazione diretta i napoletani hanno superato lo Zagabria e il Tbilisi, mentre in semifinale i francesi hanno avuto la meglio sui greci dell’AEK Atene.

Una vittoria internazionale storica per il basket partenopeo che soprattutto all’inizio del terzo millennio, quando problemi economici e altro lasceranno Napoli fuori dalla grande pallacanestro, penserà con commozione al team composto da Miles Aiken, Giovanni Gavagnin, Jim Williams e Antonio Errico, e allenato dal grande coach Tonino Zorzi.

NACQUERO OGGI:

anno 1925 – Michele Ferrero (+2015)

anno 1938 – Nino Benvenuti

anno 1945 – Vincenzo Montefusco

anno 1971 – Giorgia (Giorgia Todrani )

LA FRASE DEL GIORNO (Aforisma)

Io non insegno mai, racconto. (M. de Montaigne)

IL PROVERBIO DEL GIORNO:

D’aprile non ti scoprire.

I DOODLE DI GOOGLE: Vallenato Festival:

Le origini di questa festa, tra le più importanti nel panorama musicale della Colombia, risalgono agli anni Sessanta del secolo scorso e sono legate al culto della Vergine del Rosario, molto sentito nel dipartimento di Cesar. La manifestazione si tiene nella città di Valledupar, verso la fine di aprile, e consiste in una kermesse sul Vallenato, genere musicale folkloristico, di derivazione caraibica.

I partecipanti si misurano a colpi di fisarmonica, di caja vallenata (sorta di tamburo fatto di legno e pelle di mucca) e di guacharaca (strumento musicale a percussione, formato da due pezzi a forma cilindrica), su quattro ritmi principali: paseo, figlio, puya e merengue. L’edizione 2011 del festival ha trovato spazio sull’home page di Google, con un doodle locale (visibile in Colombia) che, oltre agli strumenti musicali, ritrae una paglietta colombiana.

luciani.2006@libero.it

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