HomeCulturaCASA EDITRICE LECCESE FINALISTA AL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA GUIDO GOZZANO 2022

CASA EDITRICE LECCESE FINALISTA AL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA GUIDO GOZZANO 2022

CASA EDITRICE LECCESE FINALISTA AL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA GUIDO GOZZANO 2022

l’opera che rappresenta la Bardo Edizioni di Stefano Donno è “Il tempo che trova” di Pierluigi Lanfranchi

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno sono lieti di annunciare che il libro di poesie di Pierluigi Lanfranchi dal titolo “Il Tempo che trova” nella collana Fuochi a cura di Ottavio Rossani, è finalista nella sezione poesia edita del prestigioso premio internazionale di poesia Guido Gozzano 2022. insieme ad altri 21 autori anche di rilievo nazionale. La giuria ha selezionato 22 libri tra i 447 ricevuti nel totale per questa edizione.

Il tempo che trova di Pierluigi Lanfranchi è un libro surreale, e pure tremendamente reale. È il tempo che trova l’uomo, la donna, i figli, la vita, le cose, la storia, i miti che dalla loro lontananza illuminano il presente, il futuro, il passare della vita. In questo libro – storie raccontate in versi o in prosa poetica (potente suggestione è l’incontro con Brodskij in un viaggio onirico), con una lingua esatta, evocativa – entrano tutti i sogni possibili. L’oniricità del pensiero cosparge spesso i momenti esperienziali. Il tempo passa, il tempo si ferma, salta anche la relatività. Il poeta spazia dai miti alla quotidianità, situazioni tutte filtrate dal sogno che può essere incubo o elegia. La geografia, lo spazio, le città (Parigi, Vilnius, Montreal), non sono solo dimensioni fisiche, sono anche ipotesi di tempo. E se il tempo non è misurabile, sono l’uomo, o la donna, o le cose, ad essere tangibili come ipotesi di vita, ma mai come certezze. Eppure, con Properzio, “la morte non tutto finisce”. Tuttavia insiste il niente alla fine della peregrinazione, però “con te anche niente è già qualcosa”. E questo attiene alla speranza, che non ha nulla in comune con il tempo indefinibile. Il filo del pensiero, che vede il nero e il bianco, che sente il suono e il silenzio, non si spezza, e annoda gli sprazzi di malinconia o di esultanza. Esiste quindi ancora una possibilità di vita, ma non da soli. (Ottavio Rossani)

Pierluigi Lanfranchi (1973) ha pubblicato la plaquette Canicula (Battello Stampatore, Trieste 2007) e la raccolta Latitudini (OMP, Pavia 2008). È l’autore di Acheronta movebo. Le storie ritrovate di Franziska e Charles Maylan (Castelvecchi, Roma 2017). Insegna letteratura greca antica all’università di Aix-Marseille. Vive ad Amsterdam.

luciani.2006@libero.it

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