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GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE

GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE

Oggi è il 115° giorno di guerra

L’Idf: “Uccisi decine di terroristi, continuano le attività a Khan Younis e Gaza City”

L’esercito israeliano ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di aver ucciso “decine di terroristi armati in battaglie nella Striscia di Gaza centrale” e annuncia che le attività “contro operatori e infrastrutture terroristiche continuano a Khan Younis e Gaza City”. Lo scrive il Guardian.

L’Idf aggiunge di aver “localizzato grandi quantità di armi, equipaggiamento militare e risorse tecnologiche” all’interno della Striscia di Gaza, e di aver ucciso “quattro terroristi che si stavano preparando a effettuare un attacco contro truppe israeliane vicino all’ospedale Al-Amal”.

 

Papa Francesco: “A Gaza è urgente il cessate il fuoco globale”

A Gaza “è urgente un cessate il fuoco globale: non ci stiamo accorgendo, o facciamo finta di non vedere, che siamo sull’orlo dell’abisso”. Lo dice in un’intervista esclusiva a La Stampa Papa Francesco. “Adesso il conflitto si sta drammaticamente allargando – aggiunge -. C’era l’accordo di Oslo, tanto chiaro, con la soluzione dei due Stati. Finché non si applica quell’intesa, la pace vera resta lontana”. Il pontefice teme più di tutto “l’escalation militare” Però “allo stesso tempo in questo momento coltivo un po’ di speranza, perché si stanno svolgendo riunioni riservate per tentare di arrivare a un accordo”. Una tregua sarebbe già un buon risultato”. Rispetto al ruolo di mediazione della Chiesa “una figura cruciale è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. È un grande. Si muove bene”. Invece sul fronte Ucraina, il Cardinale Zuppi, “sta attuando una costante e paziente opera diplomatica per mettere da parte le conflittualità e costruire un’atmosfera di riconciliazione”.

 

Ministri israeliani chiedono il reinsediamento di Gaza

Ministri israeliani di estrema destra e appartenenti al partito Likud di Benjamin Netanyahu hanno partecipato a una conferenza sul reinsediamento a Gaza, nella quale il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha affermato che gli israeliani devono “trovare un modo legale per far emigrare volontariamente i palestinesi”. Lo ha riferito il quotidiano Haaretz.

Alla conferenza a Gerusalemme hanno partecipato migliaia di persone tra cui il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, così come altri membri della Knesset e del governo di coalizione, rabbini, attivisti degli insediamenti e famiglie di soldati che combattono a Gaza. Nel suo discorso, Ben Gvir ha detto: “Se non vogliamo un altro 7 ottobre, dobbiamo tornare a casa e controllare Gaza. Dobbiamo trovare un modo legale per fare emigrare volontariamente i palestinesi e imporre condanne a morte ai terroristi… Mi rivolgo a te, primo ministro Netanyahu: questo è il momento di decisioni coraggiose”.

I membri del partito Likud, che hanno parlato apertamente di “emigrazione volontaria” dei palestinesi dall’inizio della guerra, sono tornati sul tema alla conferenza. Il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha affermato che in guerra “il volontariato a volte è uno stato che si impone a qualcuno finché non dà il suo consenso”. Il ministro del turismo Haim Katz ha dichiarato: “Oggi, dopo 18 anni dal disimpegno da Gaza, abbiamo l’opportunità di ricostruire ed espandere la terra di Israele. Questa è la nostra ultima opportunità”.

 

Rapporto ottenuto dal Nyt: “Impiegato Unrwa partecipò a rapimento di una donna israeliana”

Secondo un rapporto ottenuto dal Nyt, su 12 degli impiegati licenziati dall’Unrwa 10 sono di Hamas e uno della Jihad islamica. Il quotidiano ha poi riferito in particolare che uno degli impiegati è implicato nel rapimento di una donna israeliana e un secondo nel trasporto del corpo di un soldato morto a Gaza. I dettagli della vicenda sono stati rivelati dal quotidiano Usa nell’ambito del dossier sull’Agenzia dei rifugiati dell’Onu che ha portato al blocco dei finanziamenti da parte di alcuni Paesi. Secondo questo rapporto, uno degli impiegati – consigliere di una scuola dell’Unrwa a Khan Yunis nel sud della Striscia – è accusato di ” aver lavorato con il figlio per rapire una donna in Israele”. Il secondo, “di Nuseirat, nella parte centrale di Gaza, è accusato di aver aiutato a portare il corpo di un soldato israeliano morto nella Striscia così come di aver distribuito munizioni e coordinato i veicoli il giorno dell’attacco del 7 ottobre”.

 

Gli “Houthi lanciano razzo su nave da guerra Usa in sud Yemen”

Gli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno lanciato un razzo contro la nave da guerra statunitense Lewis B. Puller mentre navigava nel Golfo di Aden domenica: lo ha dichiarato oggi il portavoce militare del gruppo in un comunicato, come scrive Al Arabiya sul suo sito.

 

Unrwa, cosa è e come funziona l’agenzia Onu per i palestinesi

È stata per molto tempo un’ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni dipendenti dell’agenzia fossero accusati di essere coinvolti nell’assalto di Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi sociali alle persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre risalenti al periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e gestisce scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza abitativa e prestiti di emergenza.

 

Nyt, in un dossier di Israele accuse dettagliate contro l’Unrwa

Israele ha trasmesso agli Stati Uniti il rapporto che accusa 12 dipendenti dell’Unrwa di essere coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Lo ha riferito il New York Times, riportando una serie di dettagli sullo staff in questione. In particolare, un consulente scolastico dell’agenzia Onu di Khan Younis, nel sud di Gaza, è “accusato di aver collaborato con suo figlio per rapire una donna da Israele”, “un assistente sociale di Nuseirat, nel centro di Gaza, avrebbe contribuito a portare a Gaza il corpo di un soldato israeliano morto, nonchè avrebbe distribuito munizioni e coordinato i veicoli il giorno dell’attacco”, si legge nel rapporto, mentre un terzo dipendente avrebbe “partecipato al massacro in un kibbutz dove morirono 97 persone”, il Kibbutz Be’eri. Un altro dipendente è indicato come responsabile di un magazzino di armi e uno avrebbe distribuito munizioni.

 

luciani.2006@libero.it

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