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GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE

GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE

Oggi è il 106° giorno di guerra

Jerusalem Post: il governo di emergenza Netanyahu vicino al collasso

Il governo di emergenza guidato da Netanyahu è “vicino al collasso”. Lo scrive il Jerusalem Post chiedendosi quanto potrà durare ancora l’esecutivo alla luce della grave crisi politica del primo ministro. “Gli americani si sono resi conto che il primo ministro Benjamin Netanyahu è incapace di gestire la situazione politica in cui si trova”, afferma un alto funzionario dell’opposizione israeliana, “per paura della reazione degli elettori, inoltre, Netanyahu è arrivato addirittura a nascondere il suo passaggio alla Fase 3 della guerra non solo al suo stesso gabinetto di guerra, ma anche all’opinione pubblica”.

A dimostrazione del cortocircuito tra Tel Aviv e l’amministrazione Biden vengono citate le parole del consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby, secondo cui “Israele è già passato a un conflitto a bassa intensità nel Nord” di Gaza “e si prevede” che la guerra “subirà una trasformazione anche al Sud”. Ma queste parole, sottolinea il Jerusalem Post, contraddicono “completamente quanto affermato il giorno prima da Netanyahu, secondo cui la guerra si è intensificata nella regione meridionale della Striscia di Gaza. Gli americani stanno smascherando il bluff di Netanyahu, nonostante i suoi tentativi di tenere l’opinione pubblica israeliana parzialmente all’oscuro riguardo al modo in cui viene condotta questa guerra”.

Per il quotidiano “l’effetto farfalla delle crescenti voci di disagio provenienti da Washington sta creando increspature che stanno influenzando il panorama politico di Gerusalemme. Anche in questa fase della guerra, segnata da progressi lenti e da risultati militari che non sono evidenti a un occhio inesperto, c’è spazio per la libertà di pensiero in termini di possibilità politiche che potrebbero seguire”.

 

Gruppo armato della Striscia di Gaza diffonde il video di un ostaggio: “E’ morto”

Un gruppo armato della Striscia di Gaza ha diffuso un video che mostra un ostaggio israeliano, affermando che è morto. Secondo loro, è stato ucciso in un attacco aereo di Israele. “Nonostante gli intensi sforzi per salvargli la vita, il nemico sionista lo ha ucciso in un altro attacco pochi giorni fa”, si legge nella didascalia del filmato che mostra un uomo mentre viene curato per una ferita, diffuso sui social media dalle Brigate Al-Nasser Salah al-Deen.

 

Tajani: “Finita la guerra a Gaza amministrazione araba con l’Onu”  

“Finita la guerra io credo che una delle soluzioni potrebbe essere quella di una presenza delle Nazioni Unite con un’amministrazione guidata da un Paese arabo e con una presenza di missione di pace italiana, così come c’è in Libano”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg1, rispondendo a una domanda sul futuro della Striscia di Gaza. “Noi siamo disponibili a partecipare”, ha assicurato.

 

Casa Bianca: “Si a pause umanitarie ma no al cessate il fuoco” – Video

Il punto stampa del consigliere per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo il colloquio telefonico tra Biden e Netanyahu. Gli Usa sono a favore di pause umanitarie ma contro un cessate il fuoco generale a Gaza che beneficerebbe Hamas:  lo ha ribadito il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, sottolineando che gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso non giocheranno alcun ruolo in alcuna tregua nella Striscia.

 

Casa Bianca: “Biden ha parlato con Netanyahu di soluzione a due stati”

Il presidente Usa Joe Biden e il premier israeliano Benyamin Netanyahu hanno discusso della responsabilità di Israele di ridurre i danni contro i civili a Gaza, degli sforzi per una pace durevole e la soluzione dei due stati, nonché degli sforzi per liberare gli ostaggi: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.

 

Farmaci per gli ostaggi arrivati al punto di raccolta a Gaza

I medicinali per gli ostaggi sono arrivati a un punto di raccolta a Gaza da cui i funzionari del ministero della Sanità gestito da Hamas dovrebbero riceverli e trasferirli agli ostaggi. Lo riferisce Channel 12. Una fonte israeliana ipotizza che ci vorrà del tempo prima che gli ostaggi ricevano i farmaci e che Israele dovrà fidarsi della parola dei mediatori del Qatar secondo cui i medicinali arriveranno a destinazione.

 

Primo colloquio telefonico Biden-Netanyahu dal 23-12. Avviene in un momento di forti frizioni fra Israele e Usa

La telefonata avviene in un momento di forti frizioni fra Israele e gli Stati Uniti, principale alleato storico dello Stato ebraico; oltretutto, la relazione personale fra i due leader è notoriamente difficile. Secondo l’esecutivo americano che pubblicherà più tardi il rendiconto della conversazione, i leader hanno parlato degli “ultimi avvenimenti a Gaza e in Israele”. Netanyahu ha respinto ieri una richiesta reiterata da Joe Biden, ovvero la soluzione a due stati. “Israele – ha detto il capo del governo – deve avere il controllo della sicurezza su tutto il territorio ad Ovest del Giordano. E’ una condizione necessaria, in contraddizione con l’idea di sovranità della Palestina”, ha detto rivolgendosi proprio a Washington. “Evidentemente vediamo le cose in modo diverso”, ha risposto il portavoce del Consiglio nazionale di difesa John Kirby. Gli Usa premono su Israele, di cui rappresentano il maggior alleato diplomatico e militare, sia sui comportamenti nella guerra a Gaza, scatenata dall’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, sia sulle prospettive a più lungo termine, dopo il conflitto. L’ultimo scambio telefonico fra i due era avvenuto il 23 dicembre e secondo le indiscrezioni della stampa americana era stato chiuso da Biden con una frase secca: “Questa conversazione finisce qui”.

 

luciani.2006@libero.it

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