HomeSportLA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO: EMPOLI vs LECCE 28ª GIORNATA

LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO: EMPOLI vs LECCE 28ª GIORNATA

LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO: EMPOLI vs LECCE 28ª GIORNATA

Il LECCE AD EMPOLI FA POKER D’ASSI

Il commento più descrittivo della partita di ieri si può fare parlando della divisa indossata dal portiere dell’Empoli. Una divisa completamente bianca, abbastanza inusuale per un portiere, che al termine dei 98 minuti di gara era immacolata come all’inizio, segno evidente che chi la indossava non aveva fatto altro che atto di presenza senza mai doversi esibire.

Il Lecce che per la quinta partita consecutiva (ma si devono aggiungere gli ultimi minuti della partita di Bergamo) non ha segnato nemmeno un gol ma soprattutto, ieri, non ha mai centrato lo specchio della porta nelle misere cinque volte che ha tirato verso i pali avversari, per fortuna anche Baroni ha detto nel post partita che non è rimasto soddisfatto da quanto visto, specie nella ripresa,

Per fortuna perché se il tecnico avesse continuato a dire di essere soddisfatto che la partita era stata decisa solo da un episodio fortuito, ora ci sarebbe da preoccuparsi ancora di più.

Da ieri sera, insomma, per il Lecce la crisi è ufficiale e tocca a Baroni ed alla società porre rimedio perché quanto di buono è stato fatto sinora svanisca nel nulla.

Ad Empoli, che ha vinto con merito ma senza strafare, il Lecce ha sfoderato la sua ennesima prova a dir poco opaca e non serve come giustificazione l’assenza di Untiti perché Tuia è stato tra i più efficaci ma è a centrocampo ed in attacco che le soluzioni, soddisfacenti e produttive, sino a poco tempo addietro, non funzionano più.

La conoscenza del modo di giocare leccese da parte degli avversari, poi, è un aggravante nello scadimento di condizione dei giallorossi. Ieri, ultimo esempio, è stata sufficiente la mossa di Zanetti di affidare la “cura” di Hjulmand a Baldanzi ed il Lecce si è spento, anzi meglio non si è mai acceso.

Di sicuro c’è un fattore psicologico, rappresentato dall’autostima, è ciò si evince in modo lampante proprio nell’azione che ha portato al vantaggio della squadra di casa.

Da un errore in uscita di Gendrey si è avviata una serie di rimpalli tutti sfavorevoli ai giallorossi (troppo morbidi negli interventi) per finire con l’errore imperdonabile di capitan Hjulmand franato su Parisi che altro non voleva per andare a terra come travolto da una frana. Non sto discutendo il rigore, che ritengo giusto, ma il modo come è stato determinato.

Da oggi si deve peraltro pensare al confronto di venerdì contro il Napoli che dopo la grande batosta subita in casa dal Milan non verrà certo nel Salento per una gita aziendale né porterà un ramoscello d’ulivo vista la ricorrenza della Santa Pasqua. Bisognerà prepararsi a puntino sperando di riuscire a contenere la voglia di rivalsa dei napoletani per portare a casa qualcosa di buono per la classifica.

Quest’ultima almeno sinora non desta preoccupazioni, il Lecce continua ad avere un vantaggio di otto punti sul Verona, ma è bene non cullarsi oltre perché il merito di ciò è frutto dell’inconsistenza degli altri.

Eugenio Luciani


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