LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – LECCE vs SAMPDORIA (30ª GIORNATA)
Contro una Sampdoria nelle vesti di vittima sacrificale, il Lecce non è riuscito ad ottenere quella vittoria resa necessaria più che mai, in particolare dopo il pari del Verona a Napoli, per mantenere a distanza di sicurezza i veneti, ma ora anche la Cremonese, che dietro incalzano nella corsa verso la salvezza.
Con la mossa (finalmente una di particolare interesse) di Baroni con l’impiego di Oudin come mezzala e conseguente cambio di assetto tattico, i giallorossi sono partiti lancia in resta tanto che già al secondo minuto di gioco, con Umtiti, hanno sfiorato il vantaggio.
La squadra ha infatti tirato quanto mai aveva fatto prima contro la porta avversaria, ed anche con maggiore precisione del solito visto che sono stati annotati trenta tiri di cui undici nello specchio difeso da Ravaglia che ha fatto gli straordinari sventando almeno due palloni che sembravano destinati a finire la propria corsa in fondo al sacco.
Una volta trovato il vantaggio al 31’ con Ceesay che riceve l’assist di Strefezza e batte Ravaglia con un sinistro di contro balzo, il Lecce ha insistito ancora ed allo spirare del primo tempo con Gallo ha gettato al vento la più ghiotta delle occasioni per raddoppiare e spegnere del tutto le residue tenui speranze della Sampdoria.
Nel secondo tempo la metamorfosi dei due undici: Stankovic con coraggio ha provveduto a ripresentare la sua squadra con quattro innesti freschi; Baroni dal canto suo ha atteso tempi migliori, come sempre (75’ o 80’ di gioco), per intervenire e la partita ha assunto un altro aspetto.
Gli ospiti hanno rialzato il capo e pur non facendo nulla di straordinario sono riusciti a controllare gli attacchi leccesi (sempre meno frequenti) tentando la via del gol in solo tre occasioni compresa quella coronata da successo (gol di qualità di Gonzales ex Real Madrid).
Dopo il 90’ questa volta si è chiuso tra i fischi dei tifosi della Curva che hanno considerata sprecata un’occasione per distanziarsi dal Verona terzultimo, distante cinque punti.
Da parte sua il presidente Sticchi Damiani invita alla calma ed a restare tutti uniti anche se, ne sono certo, nel chiuso dello spogliatoio non mancherà di dire qualche parola anche a tutti coloro che determinano i risultati, a partire dall’allenatore all’ultimo dei calciatori.
Uniti si ma se il traguardo è comune a tutti caso contrario si deve intervenire più decisamente.
Eugenio Luciani
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