HomeEVENTILa Terra Nostra è Un Mostro Di Mare 2 a cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele

La Terra Nostra è Un Mostro Di Mare 2 a cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele

La Terra Nostra è Un Mostro Di Mare 2 a cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele

In mostra: Andreco, Gabriella Ciancimino, Luca Coclite, Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo, Elena Mazzi e Rosario Sorbello, Alessandro Sciarroni

Opening 12 aprile alle ore 19 Kora – centro del contemporaneo c/o palazzo De Gualtieris, Castrignano de’ Greci – Via Vittorio Rmanuele, 19

Si terrà venerdì 12 aprile (a partire dalle ore 19, ingresso libero e gratuito) l’inaugurazione del secondo allestimento della mostra La terra nostra è un mostro di mare con cui si chiude il terzo ciclo espositivo che KORA-Centro del Contemporaneo ha dedicato al tema dell’abitare. A cura di Claudio Zecchi e Paolo Mele, la mostra cerca di approfondire un tema complesso e sempre attuale come quello del Mediterraneo, provando a indagarlo da prospettive differenti.

In questa mostra che vede coinvolti otto artisti e sei opere, il Mediterraneo, inteso come terra e mare allo stesso tempo, luogo di contrasti e contraddizioni, viene proposto come possibile unità di misura e ipotesi di un cambiamento di paradigma. Seguendo questa linea, tutte quelle peculiarità che possono sembrare apparentemente improduttive e inutili assumono valore e allargano il nostro immaginario.

Voci autorevoli capaci di condurci verso destinazioni impreviste, improduttive, spesso non programmabili, piene allo stesso tempo di contraddizioni e contrasti. Se con il primo allestimento si è tentato di costruire una geografia dell’infedeltà, una mappatura in cui forte si avvertiva la tensione tra il luogo di origine e il desiderio di allontanarsi da esso, seguendo uno slancio ottimista, con il secondo, si produce uno slittamento di senso attraverso il quale i fenomeni migratori prodotti dagli attuali modelli politici e sociali sono spesso frutto di fallimento e non di riscatto sociale. Come il primo allestimento, anche il secondo conserva una struttura circolare aprendosi e chiudendosi sulle coste del litorale salentino con due opere, Scarcagnuli  (già esistente nel precedente allestimento insieme a e Seeds/Si Siz di Ciancimino) e Parata per il paesaggio, che intrecciano tradizione, mitologia e paesaggio.

Scarcagnuli di Giacconi e Caicedo funziona nuovamente come opera di apertura della mostra e allo stesso tempo segna il perimetro, la cornice geografica e culturale all’interno della quale ci muoviamo: Leuca, la fine e l’inizio al tempo stesso dell’Italia ma anche un porto nel cuore del Mediterraneo.  All’interno di questo perimetro, si collocano le opere di Coclite, Hall e Imaginary Holydays. Entrambi affrontano questioni di natura politica e sociale che appartengono al territorio salentino ma potrebbero essere, allo stesso tempo, la manifestazione di riflessioni di molte altre realtà.  Seeds/Si Siz di Ciancimino è invece una mappatura delle piante che crescono sulle coste (i semi delle piante contengono la memoria delle specie vegetali che si modificano per naturalizzarsi sulle rocce e sui terreni sabbiosi in cui approdano). En Route to the South – Parallel migrations di Mazzi e Sorbello, è un’installazione che si basa sulla giustapposizione tra la pratica dell’apicoltura nomade e il fenomeno della migrazione umana. In Flu水o di Alessandro Sciarroni, tema centrale di questo progetto è l’acqua, elemento indispensabile alla vita e sostanza di immensa forza poetica che può essere al tempo stesso luogo di morte e annullamento, e cuore di istanze sociali, politiche e antropologiche di stringente attualità.  Chiude la mostra Parata per il paesaggio di Andreco, un’opera d’arte pubblica collettiva che parte da un’indagine sul territorio del Capo di Leuca e si manifesta in una parata lungo il litorale.

E ancora, ad avvalorare la proposta artistica anche Questo (non) è un museo, progetto espositivo che intende proseguire una linea di ricerca decennale su pratiche e metodologie sperimentali, artistiche e istituzionali, provando a costruire nuove sensibilità e possibili forme di narrazione e coinvolgimento di un territorio. Questo (non) è un museo, a cura di Paolo Mele e Claudio Zecchi, parte da una collezione già esistente, quella di Ramdom e oggi patrimonio di Kora, le cui opere sono nate, per la maggior parte, da processi, contesti e ambiti di ricerca molto specifici. Riproporle tanto in una nuova veste, quanto in altre aree geografiche, o luoghi, significa provare ad indagarne e ampliarne i significati. A queste si affiancheranno nuove produzioni che popoleranno Castrignano de’ Greci nel corso dei prossimi anni. Il progetto, che durerà almeno sino a giugno 2026, è il tentativo di misurarsi e rimettere in discussione i limiti o il potenziale di un’istituzione culturale, quella museale nel caso specifico, interrogandosi sulla sua funzione, sulla sua pratica e sulla sua capacità di agire in un territorio creando nuovi immaginari. Un tentativo (sebbene non del tutto nuovo) di natura metodologica per provare a trovare al di fuori di KORA, nuovi spazi di sperimentazione fuori dal controllo e di messa in discussione dell’istituzione stessa. Infatti tra i luoghi coinvolti nell’itinerario artistico spazi che vanno dal pubblico al privato, sintesi del fare comunità tra cui  Simonsohn’s Bar, Caseificio del Sole, Long Island cafè, Istituto Comprensivo Statale Corigliano d’Otranto-Melpignano-Castrignano de’ Greci, Kalo Fai, Bar Papermoon, Bar di KORA che ospitano i lavori di Elena Bellantoni, Carlos Casas, Lia Cecchin, Luigi Coppola, Romina De Novellis, Marcello Nitti, Matteo Pizzolante, Theodoulos Polyviou e Alfatih, Murale collettivo.

luciani.2006@libero.it

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