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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

TRAPPOLA MENTALE di Maria Teresa Casella

Un thriller psicologico ad alta tensione, con una trama ben congegnata, per una lettura che non si vuole abbandonare: “Trappola mentale” avvince e convince. Maria Teresa Casella ha una scrittura scorrevole e attenta, informata, nella sua storia non lascia nulla al caso, si percepisce la ricerca che c’è dietro la narrazione e questo è un valore aggiunto. Il lettore si sente da subito incuriosito per il taglio originale del romanzo, un personaggio centrale che soffre di emicrania cronica, una patologia invalidante che in troppi considerano un semplice mal di testa, quando in realtà è ben altro: un elemento che fa formazione e sensibilizza, rendendo il tutto attuale e moderno. C’è mestiere e dimestichezza nella penna dell’autrice, si percepisce chiaramente e, in questa capacità, il lettore si sente confortato, a suo agio, e può lasciare che il lato emozionale prenda il sopravvento, seguendo con fiducia ciò che la scrittrice sta raccontando.

I personaggi che incontriamo sono ben raccontati, hanno profondità, sensibilità, caratteri unici che li rendono distinguibili e comprensibili: da Giorgia, la ragazza con l’emicrania, alla sua piccola cerchia di amici, fino agli inquirenti che seguono il caso di un omicidio all’apparenza già risolto; ci sono tante figure a cui accostarsi, con le quali sentirsi partecipi e parteggiare.

La trama si dipana come un ingranaggio ben oliato. Mi piace molto come la Casella inquadra i suoi investigatori: non si fissano su una costruzione mentale del caso, cercano ad ampio raggio, si dimostrano intuitivi, attenti, ascoltatori e perseveranti. Sono poliziotti che fanno sentire tranquilli, professionisti seri e appassionati, quelli che vorremmo al fianco in caso di guai.

La trama ha sorprese, capovolgimenti, molti dubbi e rappresenta una vera sfida tra intelletti, quello oscuro dell’omicida e quello luminoso di chi indaga. “Trappola mentale” è un thriller dinamico, con un ottimo ritmo. Il fatto che sia condensato in un perfetto numero di pagine gli permette di mantenere alto il pathos, senza perdersi in elementi inutili o dispersivi.

Nel finale, in crescendo, mostra un altro spunto personale: nonostante si intuisca il colpevole, inizia una lotta contro il tempo per la ricerca di prove solide e probatorie, e non puramente indiziarie.

luciani.2006@libero.it

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