HomeL’ANGOLO DEDICATO AL LIBROL’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

HANNO RAGIONE I POETI di Luca Baratta

“Hanno ragione i poeti”, è una raccolta poetica in cui Luca Baratta si rivela sottile, inquieto, indagatore, attento all’accento profondo della parola – che non si ritrova più puro mezzo di comunicazione, ma realtà conoscente e svelante – e alle riflessioni dell’intelligenza, sentiti come manifestazioni di una realtà superiore.

Profondamente sensibile ai temi sociali ed evolutivi che l’umanità contemporanea sta vivendo, Baratta si pone il problema di come la realtà possa essere interpretata e spiegata in altri modi, diversi dalla scienza. Si chiede quanto contino ancora la creatività, lo stupore e l’intuizione per giungere a qualcosa che perlomeno si avvicini alla realtà.

Il Poeta non è tenero con la cultura del progresso del nostro tempo, che ha smarrito l’idea di una Natura che non si cura delle sorti dell’umanità (il paragone col pensiero leopardiano è d’obbligo). Si scaglia contro la nuova ideologia consumistica, contro l’insensibilità nei confronti delle morti in mare, condanna la piaga della discriminazione (razziale, sociale e di genere), ricorda l’omicidio di un migrante che vendeva rose a Firenze; è contro la scienza e la tecnologia intesa come nuovo spiritualismo, perché riduce tutto al misurabile, tralasciando cose che secondo il Poeta sono ugualmente, se non più, importanti. Qui entra in gioco la facoltà creatrice della poesia. Sia il poeta che lo scienziato partono dal proprio stupore e da intuizioni per descrivere la Natura, ma mentre il poeta è cosciente del mistero che essa porta, lo scienziato cerca di misurarla.

Quest’ultimo ne prende le distanze, non vive il paradosso di essere all’interno di qualcosa fuori dalla portata dell’uomo. La poesia può e deve essere paragonata alla scienza, perché entrambe mirano alla conoscenza del mondo.
Ma il fare poesia non è immediato o scontato, mantiene sempre un qualcosa d’enigmatico e misterioso: Solo qualche miraggio offre la Bellezza come specchio dell’invisibile. E il miraggio deve trovare un’eco, una corrispondenza con lo stato in cui si trova il soggetto che le darà espressione.

L’avventura della Bellezza, nascosta nella complessità della realtà, dà al Poeta uno stato di grazia che lo conduce all’anima del mondo a scaldarsi al fuoco sacro della Poesia. Il paradiso del canto si dipana spesso nell’atmosfera di un mondo di conflitti nascosti e palesi dove il Poeta, nuova Shérazade, allontana l’orrore e dà voce all’invisibile attraverso il suo canto, che è sempre un canto d’amore per uomini e cose.
La poesia di Luca Baratta è pura, intensa creazione intellettuale, che non ignora, ma trascende la realtà sensibile, l’inferno quotidiano, per raggiungere la grazia della creazione, il canto che annuncia il rinnovamento dell’uomo. Concludendo, “il vero poeta è sommamente disposto ad essere gran filosofo, e il vero filosofo ad esser gran poeta, anzi né l’uno né l’altro non può essere nel gener suo né perfetto né grande, s’ei non partecipa più che mediocremente dell’altro genere (…)” queste parole, tratte da “Zibaldone di pensieri” di Giacomo Leopardi, illustrano, a mio parere, il magistero poetico di Luca Baratta.

luciani.2006@libero.it

No Comments

Leave A Comment