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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’EDUCAZIONE DELLE FARFALLE di Donato Carrisi

Teso, da brividi, un romanzo dove le emozioni si incontrano e si scontrano, facendo commuovere, arrabbiare, mentre la pancia si contorce e si ha solo voglia di continuare a leggere, per capire, scoprire la verità, vedere come andrà a finire.

“L’educazione delle farfalle” è un titolo emblematico, strano. Nel testo, man mano che la trama avanza si avranno diverse spiegazioni che motiveranno la scelta, facendola così apparire giusta, sebbene particolare.
Carrisi ha una scrittura ipnotica, che incolla alle pagine e non importa chi sia il suo protagonista, se uno già conosciuto o, come in questo caso, una trama con attori completamente nuovi. Da subito si ritrova il passo confidente, l’attenzione viene blandita, educata se mi si vuole permettere di prendere a prestito una parola dal titolo. A un tratto siamo imbrigliati, completamente avvinti e si può solo leggere, leggere, leggere.

I personaggi sono misteriosi, molto sfaccettati, come raggi di luce scomposti da un prisma. All’inizio appaiono in un modo, ma il cambiamento che fa parte della vita, è intrinseco nella loro costruzione. Lo vediamo dalla protagonista Serena, che all’inizio ho trovato cordialmente insopportabile, poi per lei ho provato pena, rabbia, commozione, infine empatia e timore. Ne ho apprezzato la tenacia, avrei a tratti voluto che trovasse pace, a tratti che continuasse con caparbietà. Alla fine, di una donna che mi sembrava così irrimediabilmente distante da me, l’ho seguita con passione, capendone i passi e gli stati d’animo.

Lo stesso vale per gli altri personaggi, che hanno una profondità che si svela pian piano, lati buoni e lati oscuri, gentilezze e abissi.

Questo romanzo è costruito come una scatola a sorpresa. Ad un tratto ci accorgiamo che siamo alla fine, ma di pagine ne rimangono ancora tante. E allora? Abilità dell’autore, il punto di vista cambia e un’altra storia viene raccontata, da un narratore diverso. Pensate che sia finita qui? No, perché ancora si arriva a un punto per ripartire, sorprendere, sconvolgere e appassionare.

In un ritmo in crescendo “L’educazione delle farfalle” affronta la perdita senza nome, quella dei genitori ai quali muore un figlio. Ti muore un genitore? Sei orfano. Perdi il coniuge? Sei vedovo. Ma quando a morire sono i figli, quando si spegne il futuro, un nome non esiste. E’ una malattia che fa soffrire e condanna all’esistenza, al ricordo di una presenza che non puoi vedere, né toccare, desiderata e indesiderabile.

Questo dolore assurdo, questa perdita funesta porta a diverse reazioni, proprio come le azioni che hanno conseguenze anche a distanza di anni e su persone a noi estranee, esattamente come una farfalla che sbatte le ali in Brasile e causa un uragano in India.

Carrisi esplora il dolore, analizza le conseguenze delle azioni e ci regala un thriller appassionante e profondo. Da non perdere, fino al finale che, come ormai l’autore ci ha abituato, lascia una porta aperta, perché le storie non finiscono, ma possono solo continuare da qualche parte, in qualche modo, anche solo nella testa del lettore…

luciani.2006@libero.it

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