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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

DA QUI SI PUÒ VOLARE di Giulio Musenga

In questa sua ultima raccolta, Giulio Musenga ci trascina, trasporta, ferma, lascia, dona, suggestiona, accarezza, incanta, sorprende, fa volare in quell’immensità di infiniti spazi che la mente sa creare grazie a un lavorio di scavo interiore, un prepararsi per un Altrove con l’occhio teso ad aspettare qualcosa che accada, anche senza avere la certezza se sia meglio il prima, l’adesso o il poi.

Giulio scioglie nei versi quel brio di chi ancora sa sognare, e lasciare segni importanti di quanto ha appreso.

La forma è slegata dai canoni stilistici conosciuti, ma ogni parola ha il suo preciso spazio, è emozione che danza nella pagina, impregnando con l’inchiostro, il tempo, i pensieri, i segreti, che si aprono al mondo solo se abbiamo occhi grandi per vederli realizzati.

Giulio riesce sempre, destreggiandosi abilmente con la fluidità di comunicazione che gli è propria, a scandagliare le più riposte pieghe dell’animo nella ricerca continua e “spasmodica” dell'”oltre”, dimensione per lui ideale e confortante, con uno stile in cui ritmo e suono si fondono alla perfezione fino a rendere i versi scanditi e armoniosamente musicali, per questo mi permetto di azzardare che per Giulio la poesia sia musica e la musica sia poesia, ritmo scandito sui battiti del cuore: ritmo di tamburo che fa da sfondo alla nostra vita consentendole di volteggiare e aprire le ali a valori come l’Arte, la Libertà, l’Amore.

Per “volare”, però, c’è bisogno di “leggerezza”, quella delle lezioni americane di Calvino – citato nell’esergo – occorre togliere le ancore all’immaginazione con la metafora, le giravolte, la divagazione per sconfinare dove “Altrove è il canto, altrove la parola e Dio non la pronuncia”, come avrebbe detto Alda Merini.
Fra tutti i sentimenti e le sensazioni che la scrittura di Giulio trasmette c’è, a volte non tanto soffusa, una vena di nostalgia che è contemporaneamente spazio e tempo di quella dimensione salvifica e personale che consente di ricamare i ricordi del passato e pensare alla possibilità confortante di un futuro in cui il poeta, l’uomo, è solo ciò che è ora, in questo momento, unico e indimenticabile, sorvolato, lasciato, in una consapevolezza della condizione umana che Giulio abilmente traveste come propria esperienza affettiva, disegnando una traiettoria immaginaria che parte dal proprio inconscio e lo trascina in quel volo che lo porta, e noi con lui, fuori da sé… o forse più dentro che mai fino ad arrivare al punto più lontano del proprio essere.

luciani.2006@libero.it

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