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LO SVIULUPPO TURISTICO DI LECCE E DELLA MARINA DI SAN CATALDO

LO SVIULUPPO TURISTICO DI LECCE E DELLA MARINA DI SAN CATALDO

Movimento Nuovo: “L’Aeroporto e il porto turistico a San Cataldo come centri di un sistema propulsivo per la creazione di un nuovo modello di turismo”

L’Aeroporto e il porto turistico a San Cataldo potrebbero costituire i centri di un sistema propulsivo per la creazione di un nuovo modello di turismo per la città di Lecce, per le sue marine e per il Salento tutto. Innovando, ampliando e aumentando la competitività del nostro sistema e della nostra offerta turistica. Movimento Nuovo esorta l’Amministrazione comunale ad attivarsi per recuperare le risorse necessarie, anziché attardarsi a devastare la città con piste ciclabili inutili e dannose che nessuno vuole utilizzare e mai utilizzerà.

L’Aeroporto di Lecce-San Cataldo è un aeroporto civile di “terzo livello”, già esistente, ma che necessita di qualche adeguamento. Situato nei pressi della città di Lecce, costruito nel 1970, sorge a 9 km a est della città di Lecce e a 3,5 km a sud-ovest di San Cataldo, frazione dei comuni di Lecce e Vernole, a un passo dalle Cesine, dalle marine, dalla cittadella fortificata di Acaya e dal campo da golf. Un vero gioiello incastonato nella macchia mediterranea.

Altresì, sarebbe prezioso per la protezione civile. Infatti è assurdo che i mezzi di soccorso più vicini, in caso di incendio, siano al Gino Lisa di Foggia. Come è noto, i roghi funestano il Salento in estate e bruciano ettari di bosco, di macchia mediterranea, creando un’emergenza, continua. Per arrivare da Foggia un canadair impiega circa un paio d’ore, specie se la meta è più giù nel tacco, mentre da San Cataldo, ci impiegherebbe pochi minuti. La sola gestione antincendio coprirebbe i costi di apertura, che consentirebbe all’aeroporto Lepore di restare aperto, al servizio della comunità ed accogliere anche i voli privati e i voli charter.

Si pensi che in soli 40 minuti è possibile raggiungere Corfù.

Senza contare poi tutto il traffico “vip” che viaggia su aerei privati e, che attualmente non può che scegliere Brindisi, anche per raggiungere Santa Maria di Leuca.

Nel 2020 la pista di 927 metri ha consentito l’atterraggio del Pilatus Pc 12 dell’amministratore delegato di Dior, per la sfilata che tanto ha dato lustro a Lecce e al Salento, Poi, più nulla.

È una questione di volontà politica. Eppure basterebbe poco per rilanciare lo scalo. L’aeroporto Lepore è una enorme risorsa per il territorio, anche per la sua posizione privilegiata, a due passi dal mare.

Altro tema per eccellenza nelle politiche di sviluppo locale è quello del porto turistico. La provincia di Lecce con i suoi 285 chilometri di costa ne ha un enorme bisogno per poter perseguire ulteriori spazi di crescita e di sviluppo. Come avvenuto parzialmente in alcune realtà come San Foca, dove nel 2007 fu varato un modello di Porto turistico di respiro nazionale, così dovrebbe avvenire ovunque, specie nel comune di Lecce. Infatti, il diportismo nautico, attività in costante forte sviluppo, il pescaturismo, che è una forma di attività turistica integrativa alla pesca artigianale che consente di portare a bordo dell’imbarcazione da pesca turisti e mostrare l’attività di pesca professionale facendo escursioni della costa,  e la vacanza in barca sono una vera e propria risorsa da intercettare. Invece la provincia di Lecce stenta a decollare e, a differenza di altre realtà meno ricche di bellezze naturali, ha pochi approdi e spesso inadeguati. Lecce, in particolare, con i suoi 20 km di costa dovrebbe poter contare su un grande porto turistico, di livello europeo, attrezzato e al passo con i tempi.

L’Amministrazione comunale si attivi in tale direzione,  invece di essere ideologicamente ossessionata  dalle sue adorate, ma inutili e sempre deserte  piste ciclabili.

Bronek Pankiewicz, Presidente di Movimento Nuovo

 

luciani.2006@libero.it

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