HomeCronaca e AttualitàMulte shock per gli automobilisti con intelligenza artificiale e lesione dei diritti dell’individuo

Multe shock per gli automobilisti con intelligenza artificiale e lesione dei diritti dell’individuo

Multe shock per gli automobilisti con intelligenza artificiale e lesione dei diritti dell’individuo

Si gratta la testa, 380 euro di multa.

Un olandese è stato multato a causa delle immagini raccolte da un software di intelligenza artificiale in grado di individuare autonomamente le violazioni del codice della strada che ha interpretato l’immagine in modo diverso sanzionandolo per aver usato il cellulare al volante

Fino ad ora l’opinione pubblica è rimasta abbastanza indifferente all’avvento dell’intelligenza artificiale. Nemmeno i ripetuti allarmi sulla cancellazione di milioni di posti di lavoro sono serviti a scuotere le persone. Un’applicazione testata nei Paesi Bassi potrebbe però cambiare le carte in tavola. La polizia stradale ha iniziato ad utilizzare un sistema di IA per individuare le infrazioni degli automobilisti. L’intelligenza artificiale, inoltre è in grado di indagare anche all’interno del veicolo per vedere se l’autista indossa la cintura o se utilizza il cellulare. Il risultato è stato una vera e propria esplosione del numero di multe. E’ il caso di un olandese trasformato in pirata della strada da un sistema di intelligenza artificiale. Tim Hanssen di Echt, nella provincia olandese del Limburgo, ha recentemente ricevuto una multa di 380 euro. Il motivo: è stato fotografato in autostrada da una telecamera provvista di IA, mentre si grattava la testa con la mano destra. Il sistema, tuttavia, ha interpretato l’immagine in modo diverso: per il software Hanssen era al telefono mentre guidava. L’autorità dei trasporti olandese dispone di un sistema di intelligenza artificiale che rileva l’uso dei cellulari al volante. Ciò ha dimostrato che il software non è del tutto affidabile. L’olandese si è detto stupito, anche perché lui stesso lavora nel campo dell’intelligenza artificiale. «Durante la fase di apprendimento, l’algoritmo probabilmente ha registrato che chi si trova in quella posizione ha il telefono in mano. Da ciò ha dedotto che ero anch’io fossi al telefono», spiega. Nel suo caso, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” , si è trattato di un doppio errore. Anche il dipendente che avrebbe dovuto verificare le violazioni riprese dalla telecamera non si è accorto che Hanssen non aveva il telefono in mano. Ora l’olandese vuole contestare la multa.

luciani.2006@libero.it

No Comments

Leave A Comment