Porto Cesareo: Macchia mediterranea distrutta per creare posti auto
Il fatto in località Torre Chianca, sono stati sequestrati circa 7mila metri quadrati di area adibita illecitamente a parcheggio. Era sottoposta a tutela ambientale. Trovati anche numerosi rifiuti ordinari e speciali.
La macchia mediterranea è stata completamente distrutta dal passaggio di autovetture, ma è stata anche tagliata e persino incendiata di proposito per favorire la creazione di posti auto. E come se non bastasse, passaggi aperti attraverso le dune per consentire ai turisti di raggiungere comodamente dal parcheggio un noto stabilimento balneare di Porto Cesareo, in località “Torre Chianca”, a pochi passi dall’area interessata dai controlli della Guardia Costiera di Gallipoli che hanno acceso i riflettori sull’ennesimo schiaffo contro l’ambiente.
Nel corso di un sopralluogo, i militari hanno scoperto un’area di circa settemila metri quadrati adibita a parcheggio ma in assenza di qualsiasi titolo amministrativo. Pur di ottenere più posti auto non si è curato per nulla il fattore ambientale e sono stati deturpati luoghi sottoposti a vincoli di natura paesaggistica, danneggiando l’habitat naturale, modificando la morfologia della duna ed impermeabilizzando il terreno con interventi di natura edilizia. Come se non bastasse, lungo il “parcheggio” e sparsi sulle dune sono gli uomini della Guardia Costiera hanno trovato numerosi rifiuti abbandonati, alcuni addirittura speciali.
I “trasgressori” sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per aver operato in assenza di permesso di costruire, di autorizzazione paesaggistica, di valutazione di incidenza ambientale e di nulla osta in ordine al vincolo geologico presente in quell’area. Gli è stato inoltre contestato il reato di distruzione o deturpamento di bellezze naturali. Sono in corso, da parte dei militari della Guardia Costiera di Gallipoli, a seguito di richiesta del Pubblico Ministero procedente, Dottoressa Paola Guglielmi, le operazioni di sequestro dell’area,in esecuzione del Decreto di sequestro emesso dal Giudice per le indagini preliminari, Dottor Michele Toriello.