HomeSportSEI ANNI DI SOFFERENZA CANCELLATI DA UNA STAGIONE CHE PASSERÀ ALLA STORIA

SEI ANNI DI SOFFERENZA CANCELLATI DA UNA STAGIONE CHE PASSERÀ ALLA STORIA

SEI ANNI DI SOFFERENZA CANCELLATI DA UNA STAGIONE CHE PASSERÀ ALLA STORIA

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Mai analisi del giorno dopo mi è stata più gradita. Oggi dopo oltre duemila giorni (per la precisione 2565 a ieri) il Lecce, la Città e tutto il Salento ritorna a respirare l’aria del calcio più importante, su quel meraviglioso prato verde su cui ieri si sono esibiti (con tutto il rispetto per tutti) giocatori poco noti o sul viale del tramonto dal prossimo match vedrà di scena i vari Icardi, Chiesa, Piatek per finire al fenomeno Ronaldo. Sono stati sei campionati di Lega Pro vissuti con tante speranze (per cinque volte andate deluse) e poi con la grande gioia della riconquista del torneo cadetti. Si era già felici ma mai come stavolta il detto “l’appetito vien mangiando” a Lecce abbiamo vissuto una cavalcata impetuosa che ha tramortito gli avversari ma ha inebriato noi salentini che dalla speranza di una salvezza tranquilla (con qualche soddisfazione) siamo passati a cullare sempre meno segretamente il sogno della promozione (caso mai per il tramite dei play off) per poi giungere a lottare, tutti insieme, per ottenere quasi il massimo (solo un punto di distacco dal Brescia capolista) conquistando con la diciannovesima vittoria (record del campionato) la seconda poltrona e quindi l’accesso diretto alla SERIE A.

Ieri è stato uno spettacolo vedere lo stadio stracolmo di tifosi giallorossi e mai come questa volta colorato con i colori della squadra. Oltre alla Nord anche la Sud ribolliva di tifo e per non essere da meno la Est teneva testa ad entrambe con cori e bandiere garrenti al vento.

La partita stavolta conta di meno e il contorno che mi ha entusiasmato. Il boato che ha salutato il primo gol al 9’ ad opera di Petriccione seguito da quello che ha salutato il diciassettesimo centro di La Mantia; a quel punto il destino del Lecce sembrava segnato definitivamente e neppure il sapere che il Palermo stava vincendo ha scalfito la fiducia dei tifosi.

Il gol (all’83’) di Capradossi (ex Bari) ha fatto vivere qualche ansia (ma il Palermo era ormai sul pari con il Cittadella) e quindi era solo il vedersi sfuggire una vittoria meritata che destava qualche sospiro nei meno fiduciosi.

La squadra però ha saputo resistere anche abbandonando talvolta le istruzioni del “maestro” Liverani e scagliando il pallone lontano il più possibile dalla propria area di rigore.

Poi  dopo sei minuti (esagerati) di recupero la festa; prima in campo poi nelle vie della città invasa da migliaia di persone festanti. Per qualche ora Lecce è stata Una città bloccata, certo, ma, per una volta, è un caos che suscita emozione.

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Il Lecce in serie A del resto, è un vanto per tutti. Merito di una società che ha ricostruito prima se stessa (si veniva da gestioni diverse) poi tutto l’ambiente riportando in auge il feeling con il popolo dei tifosi e da questo ecco il trampolino di lancio per un doppio balzo che riporta società, squadra, tifosi e il Salento tutto dove tutti meritano di agire. Da ieri Lecce, dopo Napoli rappresenterà il Sud in un contesto che spesso del Mezzogiorno d’Italia si dimentica.

Eugenio Luciani

redazione.lecceoggi@gmail.com

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