HomeRubricheCONOSCIAMO IL MONDO DEL BASEBALL

CONOSCIAMO IL MONDO DEL BASEBALL

CONOSCIAMO IL MONDO DEL BASEBALL

LOU GEHRIG: UN PARTICOLARE ANEDDOTO

img235

Tutte le aspettative, le riflessioni e le sfumature di quella che è stata la vita di Henry Louis Gehrig sono state ampiamente vagliate ed apprezzate ed ora indiscutibilmente fanno parte della interessante e sempre complessa storia del Baseball statunitense. Molti gli aggettivi spesi per questo eterno prima base che ha entusiasmato il pubblico in tutte le sue 2130 partite giocate consecutivamente e che mai nessuno avrebbe pensato potessero terminare in quel martedì 2 maggio del 1939 e successivamente il 4 luglio con quella sua commovente uscita di scena che coinvolse l’intero mondo della Major League e di tutto il baseball giocato. In realtà Louis, che di lui scrisse nel 1936 Carl Hubbell, baseball writer del Time, “ha un orgoglio fanciullesco nel colpire la palla, correndo quanto più veloce possibile verso le basi” era  molto timido e tuttavia grande nella sua modestia tanto che non riusciva ad assimilare quella significativa e gravosa eredità che nel 1934 gli aveva lasciato il mitico Babe Ruth, suo compagno di squadra e di notevoli giocate, ovvero accettare il titolo di capitano degli Yankees.

Dunque all’alba dell’inizio del campionato targato 1935 Louis stava passando un momento di crisi poiché non riusciva, pur sollecitato ed incoraggiato dagli stessi giocatori e dalla dirigenza, a ritenersi il nuovo leader degli Yankees. Non si sentiva uomo di leggenda ed anzi egli, fuori dal diamante, amava la musica classica e le opere ed in particolare, si dice, quelle di Wagner tra cui “Tristano ed Isotta” che egli vide per ben sette volte commuovendosi sino alle lacrime. Fu allora che la moglie Eleanor, fedele al principio che dietro a un grande personaggio c’è sempre una grande donna, rendendosi conto di quanto Louis fosse sotto pressione e teso ed incapace nella finalità di assumere una diversa personalità, gli scrisse una particolare lettera in cui lo esortava ad essere solo ed esclusivamente se stesso e che, non essendo lui Babe Ruth, non doveva cercare di essere come l’osannata icona ma di continuare ad essere solo ed esclusivamente Louis. Il suo stile, la sua personalità, il suo estro poi avrebbero completato la peculiare caratteristica di un nuovo personaggio quale lui era nel mondo del baseball.

Michele Dodde

(fine prima parte segue 22 novembre 2017)

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

No Comments

Leave A Comment