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GALATINA, ULTIMO INCONTRO DELL’ANNO PRESO LA DOMUS ARTIST RESIDENCY

GALATINA, ULTIMO INCONTRO DELL’ANNO PRESO LA DOMUS ARTIST RESIDENCY

Giovedì 21 dicembre, ultimo imperdibile appuntamento dell’anno a Domus Artist Residency con lo studio visit dedicato a Jessa Fairbrother, artista visiva e performer che dal suo studio al centro della vivace Bristol è arrivata a Galatina a trascorrere l’intero mese nella Domus, per il consueto programma di residenza internazionale annuale “In Residence”. Il progetto, attivo tutto l’anno, accoglie ogni mese artisti e ricercatori da tutto il mondo, specialmente dall’intera area del Mediterraneo.

Dalle 18.30 e fino alle 20.30, le porte dell’associazione in Via Arco Cadura 15 a Galatina si aprono per scoprire il percorso di ricerca dell’artista, che scava e riflette sulle sue personali memorie e rapporti personali utilizzando fotografia, disegno, tessuto e video.

La mia pratica è sostenuta da un profondo bisogno di visualizzare il complesso amore tra figlia-madre e correggere ciò che manca nella relazione.

Ho lavorato alla Domus Artist Residency per indagare sulle mie memorie ereditate che abbracciano 80 anni e due continenti. Questo mi ha dato tempo e spazio, senza le normali interruzioni della vita quotidiana, per concentrarmi e dipanare idee sulla separazione e sul peso di essere una donna che è l’ultima di questa linea materna. Il lavoro che sto svolgendo qui ruota attorno all’abito di mia nonna – uno degli unici capi d’abbigliamento che mia madre ha conservato – in cui mi esibisco, testando il peso dei miei antenati. Sto anche decorando una coperta con un testo che parla dell’essere stati abbracciati da mia madre e del vuoto che rimane ora che lei non c’è più. Lo eseguo cucendo ogni lettera con cura. I miei mezzi di comunicazione sono la fotografia, il disegno, la performance e il punto. Di recente ho anche intercalato immagini d’archivio con fotografie contemporanee, disegnando letteralmente forme tra queste come spazi psichici. Si tratta di un lavoro illuminante, che visualizza il tempo e lo spazio tra le donne della mia storia.

Il confronto con la visualizzazione simbolica e mitica della Madre è uno spazio estremamente ricco per approfondire questo lavoro, rinvigorendo la mia pratica.

Quello che cerco di esplorare è la visualizzazione dell’amore madre-figlia, come trovarlo nella storia dell’arte e correggere ciò che manca. Mi interessa guardare dalla posizione della figlia che cerca la madre.

Lavorando principalmente con la fotografia, la performance, il disegno e il cucito, il mio interesse è rivolto a un paesaggio interiore ed emotivo; la mia pratica utilizza il corpo esterno come sito di indagine artistica e di espressione di sé. I corpi delle donne sono diapason, le loro storie risuonano con il nucleo della terra che è stato racchiuso e colonizzato, pezzo per pezzo. Fotografiamo noi stessi e così facendo fotografiamo il paesaggio.

È molto potente essere qui e lavorare senza le distrazioni di tutti i giorni.

L’atmosfera è speciale e mi dà il tempo di far emergere i miei pensieri a un livello profondo. Questo è incredibilmente importante per un artista.

BIO

Inizialmente formatasi come attrice negli anni 90, ha anche completato un master in studi fotografici presso l’Università di Westminster (2010). Questa esperienza le ha permesso di cristallizzare visivamente il modo in cui l’opera d’arte e il pubblico collidono: il corpo che incontra l’opera è parte dell’attivazione dell’opera stessa.

Sviluppando il suo ago come strumento di puntura in relazione al corpo e ai sentimenti, attinge agli archivi per creare le sue storie assurde;*, ricamando spesso stampe fotografiche tradizionali o semplicemente segnando a mano le immagini con la punta dell’ago come metodo di disegno.

Jessa è rappresentata da The Photographers; Gallery, Londra e Anzenberger Gallery, Vienna.

luciani.2006@libero.it

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