HomeCultura“Palcoscenico del Settecento”. Il patriarca di Gerusalemme: “Il restauro della Basilica di San Martino esempio per la pace in Terra Santa”.

“Palcoscenico del Settecento”. Il patriarca di Gerusalemme: “Il restauro della Basilica di San Martino esempio per la pace in Terra Santa”.

“Palcoscenico del Settecento”. Il patriarca di Gerusalemme: “Il restauro della Basilica di San Martino esempio per la pace in Terra Santa”.

“Ma pensando a voi e ai restauri di San Martino, posso dire che abbiamo una lezione da imparare”. Con queste parole il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, saluta l’opera di racconto del restauro della Basilica di Martina Franca che sarà presentata venerdì 16 giugno al teatro Verdi. Il patriarca, che più volte è stato ospite della Basilica, prende spunto dall’opera comunitaria che ha permesso alle pietre bianche di San Martino di tornare a brillare nel centro storico di Martina Franca, come metafora per il “restauro” della pace in Medio Oriente.

La storia del restauro della basilica è stata raccontata da don Franco Semeraro, già rettore della collegiata, e dall’architetto Gianfranco Aquaro, nel volume “Palcoscenico del Settecento” edito da Scorpione editrice, di Piero Massafra. Una storia raccontata nel dettaglio, anche attraverso la presenza di decine di fotografie scelte con cura, che tracciano un unico filo rosso dal 1993 al 2019. Un lavoro di ricostruzione che ha di fatto coinvolto tutta la città, a partire da quel nucleo storico degli “Amici della Collegiata”, che a novembre del 1994 decisero di intraprendere un percorso comune volto a sensibilizzare la comunità anche per reperire i fondi necessari per i restauri, resisi ormai urgenti. Un viaggio che ha coinvolto l’intera città per diversi anni, trasformando la basilica e i suoi lavori in una missione aggregativa, animati dalla bellezza dell’opera, capace anche di diventare punto di riferimento culturale di rilievo nazionale. Una missione a cui San Martino non si è sottratta.

L’opera di restauro della basilica è andata di pari passo con l’opera di costruzione di una comunità stretta attorno ad un’idea di centralità della chiesa maggiore di Martina Franca. Il libro di Semeraro e Aquaro ne ricostruisce, in un preciso chronicon, tutti i passaggi, non lesinando in immagini e fotografie dei protagonisti della storia.

“Mettere mano alla Collegiata – il monumento identitario della città – ha significato toccare le corde più sensibili della vicenda cristiana e della passione civica martinese; ha prodotto il riattivarsi di esperienze, di genialità, di manualità che hanno consentito la realizzazione di un progetto di restauro vincente, che ha aperto l’accesso alle risorse di fondi europei e dei Ministeri dei Beni Culturali, delle Finanze, della Regione Puglia, del Comune. Non è mancato il contributo di istituzioni cittadine e di privati” si legge nel libro. Ma anche “Per comporre i fili di questa storia vi è stato il contributo assai cospicuo di risorse economiche pubbliche e private. Sono state impegnate capacità professionali, slanci generosi, cammini percorsi insieme – straordinario il contributo di diffusione del logo “Mi salvi chi può” prodotto dagli Amici della Collegiata fin dal 1994 – individuazione di itinerari per arricchimenti culturali e spazi di confronto. Testimoniare questa intensa avventura di bellezza e di comunità è il senso di questa pubblicazione”.

L’evento di presentazione del volume sarà venerdì 16 giugno, dalle 19.00, presso il teatro Verdi di Martina Franca. Il libro sarà presentato da Aldo Patruno, direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Cultura della Regione Puglia, alla presenza degli autori, don Franco Semeraro e Gianfranco Aquaro. La serata sarà condotta dal giornalista Rai Salvatore Catapano. All’inizio della serata sarà proiettato il documentario sui lavori di restauro. L’ingresso è libero.

“Per quanto problematici e pericolanti siano, tutti gli edifici si possono restaurare: anche il nostro di Terra Santa. Le risorse necessarie si troveranno. Abbiamo solo bisogno di qualcuno, che con sana fiducia e un briciolo di pazzia, sappia osare e trascinare dietro di sé gli altri, con la sua passione per il bello che, quando è vera, è sempre irrimediabilmente contagiosa”, conclude il patriarca latino Pizzaballa, nella sua lettera.

(Fonte Officina Narrativa) 

luciani.2006@libero.it

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