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BASEBALL: IL GIOCO PERFETTO

BASEBALL: IL GIOCO PERFETTO

(segue dal 24 maggio 2017 – ultima parte)

MICHELE DODDE

Ma in effetti, come ben delinea Robert W. Henderson nel suo libro “Bat, Ball, and Bishop”, a dare carisma, anima e spiritualità al gioco fu invece il filantropo Alexander Cartwright che, volontario tra i Vigili del Fuoco, dopo aver fondato il Club dei Knickerbocker per meglio socializzare il gruppo dei firemen e tenerli in esercizio, unitamente ai fratelli massoni componenti della sua squadra, scrisse il primo canovaccio delle regole del baseball nella piena convinzione di perfezionare i temi di un gioco sano e costruttivo, pur con un nascosto linguaggio, ma sempre fortemente proteso a perfezionare uomini che divenissero liberi di mente e di buoni costumi.

E, non dimentico che esso aveva radici europee di facile intuizione, anche con l’esoterismo del vecchio mondo ne plasmò gli aspetti e la vitalità a partire da Platone quando nel suo Timeo parla del Demiurgo che costruisce il mondo secondo uno schema di figure, numeri e proporzioni affermando il concetto di forma, cifra e dimensione.

E così delineò il campo di gioco secondo la purezza del diamante e le fasi degli inning coinvolgendo la perfezione del numero 3 e la proprietà simbolica del numero 9 dando infine anche linfa e vitalità a quel numero perfetto che è il 7, unità  rappresentata dalla somma del divino 3 al terraneo 4, ovvero cielo e terra.

Infine, rubando ai pitagorici i loro principi dei numeri come inizio di razionalità, qualificò le posizioni della squadra in difesa con numeri carichi di caratteri sacrali e magico-simbolici.

Ed in effetti, dall’astrologia alla kabbalah, abbiamo secondo i principi della numerologia, il Lanciatore (1) che è accomunato al Sole ma si manifesta come Volontà e Origine, Guida e Fondamento di tutto,  il Ricevitore (2) che si identifica alla Luna che è relazione ed equilibrio in cui prevale la Scienza,  il Prima Base (3) che è coinvolgente con la Terra ma si perfeziona con l’Azione e l’Intelligenza, il Seconda Base (4) che delinea le qualità di Giove che fa prevalere la Realizzazione con la Perfezione, il Terza Base (5) che movimenta la sensibilità di Mercurio codificando  perentoriamente l’Ispirazione, l’Equilibrio, l’Ordine e la Ragione, l’Interbase (6) che manifesta la purezza del gesto della Vergine ma soprattutto si qualifica affinché la sua prova sia di Sopravvivenza unita all’Armonia ed alla Bellezza, l’Esterno Sinistro (7) che attua la vitalità del Sagittario perché la sua sia una riuscita Vittoria,  l’Esterno Centro (8) che va a dare continuità e credibilità alla Bilancia con il virtuosismo dell’Equilibrio ed infine l’Esterno Destro (9) che deifica la sua problematica con Nettuno magnificando la filosofia della Prudenza.

Poi in attacco l’unus viene sorretto sempre dai numeri 3 e 9 con una crescente soluzione di continuità rotta dal mortifero numero 4 che non appaga…se non la perfezione del gioco stesso.

Andare ora ad assistere ad una partita di baseball con questa nuova visione di particolari configurazioni inerenti i ruoli dei singoli giocatori posizionati sul diamante potrebbe avviare nuovi spunti di particolare interesse, ma tutto questo Dan Brown lo avrebbe ulteriormente scoperto ed evidenziato se solo fosse scivolato sino all’angolo tra la 47th e la 27th strada di Manhattan e poi… senza proseguire oltre.

Michele Dodde

 

 

 

 

 

 

 

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