HomeCronaca e AttualitàIL CAPO DEL D.A.P. A LECCE I SINDACATI EVIDENZIANO LA SITUAZIONE NELLA CASA CIRCONDARIALE DI LECCE

IL CAPO DEL D.A.P. A LECCE I SINDACATI EVIDENZIANO LA SITUAZIONE NELLA CASA CIRCONDARIALE DI LECCE

IL CAPO DEL D.A.P. A LECCE I SINDACATI EVIDENZIANO LA SITUAZIONE NELLA CASA CIRCONDARIALE DI LECCE

Apprendiamo che il capo del D.A.P. Dott Basentini il 21 c.m. sarà a Lecce per incontrare i Comandanti e i Direttori degli istituti penitenziari della regione.

Ci auguriamo che finalmente il D.A.P. affronti la drammatica situazione che attanaglia la nostra regione e la casa circondariale di Lecce, anche se siamo stati informati del fatto che il Dott Basentini non sarebbe intenzionato ad incontrare le OO.SS., e questo sinceramente è un brutto segnale.

Per tale ragione le scriventi OO.SS., nell’ottica di fornire ogni necessario supporto agli organi di stampa, indispensabile a fotografare la grave situazione che sta attraversando la C.C. di Lecce, forniscono di seguito le seguenti osservazioni.

Occorre preliminarmente sottolineare come nel corso degli anni la determinazione dell’organico operato dal D.A.P. (dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) sia stato oggetto di continue ed ingiustificate riduzioni.

Nel 2001 la pianta organica prevista era di 766 unità, nel 2014 a seguito di una nuova determinazione si passa a 719, operando di fatto una riduzione del 7% circa.

In realtà, nonostante la riduzione dell’organico da 766 a 719, la C.C. di Lecce già nel 2016, rispetto alle 719 unità previste nell’organico era in sofferenza di 105 unità poiché la forza effettiva era di 614 unità.

Si arriva al D.M. del 2 ottobre 2017 con il quale ancora una volta il D.A.P. opera una riduzione dell’organico scellerata e priva di ogni logica, passando dalle 719 unità del 2014 alle 581 del 2017 con una riduzione dell’organico del 20% a cui bisogna aggiungere il 7% del 2014.

Numeri che si commentano da soli, riduzioni prive di ogni giustificazione logica, se si considera che il numero di detenuti ristretti presso la C.C. di Lecce è sostanzialmente rimasto invariato se non aumentato nell’ultimo periodo.

Sono aumentati i detenuti seguiti dagli specialisti psichiatri, arrivando a circa 200, in più nel corso del 2017 è stata aperta una sezione per l’osservazione psichiatrica.

Ma non basta, poiché a breve è in programma l’apertura della sezione a custodia attenuata di Monteroni, e del nuovo padiglione, costruito di recente, all’interno della C.C. di Lecce di circa 200 posti letto.

Uno scempio, perpetrato a danno della casa circondariale di Lecce, con una rideterminazione dell’organico fatta tenendo conto, secondo noi, della capienza regolamentare dell’istituto, che è di circa 600 detenuti, e non sull’effettivo numero di detenuti presenti, che ad oggi ne conta 1100.

Non si è tenuto conto della planimetria dell’istituto, dei posti di servizio, della tipologia dei detenuti ristretti e della loro provenienza, moltissimi sono assegnati a Lecce da altri circondari come Foggia, Bari, Taranto, Brindisi nonchè da altre regioni, tutto ciò, tra l’altro, comporta un sostanziale incremento dell’attività lavorativa del nucleo scorte.

Sono riusciti a strozzare una regione, e con buona pace dei vertici dell’amministrazione centrale riusciranno a far esalare l’ultimo respiro anche alla casa circondariale di Lecce, una realtà lavorativa all’interno della quale il personale viene giornalmente spremuto come un limone con turni di servizio di dieci, dodici ore, e con più di 100.000 ore di straordinario effettuate nel 2019.

Ma che importa, l’obbiettivo è quello di azzerare la vacanza organica, sempre meno personale sempre più incombenze da garantire.

Togliendo un più e facendolo diventare un meno l’amministrazione ha cancellato i suoi fallimenti che purtroppo ricadono sui lavoratori che ogni giorno devono fare i conti con una situazione oramai al limite.

Chiediamo al Dott Basentini di ridare finalmente dignità ad una regione, ed in particolare ai lavoratori della casa circondariale di Lecce, dando disposizioni affinchè si possa attuare un piano di sfollamento serio e non virtuale come avvenuto troppo spesso, allorquando si sono trasferiti decine di detenuti ma se ne sono fatti arrivare centinaia.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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