HomeCronaca e AttualitàDAL CONSIGLIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI LECCE UNA MOZIONE UNANIME CONTRO LA GUERRA

DAL CONSIGLIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI LECCE UNA MOZIONE UNANIME CONTRO LA GUERRA

DAL CONSIGLIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI LECCE UNA MOZIONE UNANIME CONTRO LA GUERRA

Ed una valutazione sugli effetti del conflitto sull’attivita’ delle aziende salentine

Una mozione unanime contro l’invasione dell’esercito russo in Ucraina è stata espressa dal Consiglio della Camera di Commercio di Lecce, riunito in data odierna (1.3.22) sotto la Presidenza di Mario Vadrucci. Gli esponenti del mondo delle imprese, delle professioni, dei consumatori e Organizzazioni sindacali del Salento hanno formalmente manifestato che il Consiglio tutto “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati e promuove la pace come valore fondante di una società democratica, rifacendosi ai principi della Costituzione italiana ed ai valori fondanti dell’Unione Europea”. Nell’esprimere vicinanza e solidarietà a tutta la popolazione ucraina, il Presidente Vadrucci e tutti i consiglieri, auspicano una immediata risoluzione diplomatica del conflitto internazionale, anche per limitare il  numero delle vittime che sono già tante, e si impegnano a promuovere iniziative di solidarietà in favore della popolazione ucraina.

Nel valutare le conseguenze negative del conflitto in atto sugli scambi commerciali tra le aziende salentine con la Russia e l’Ucraina, il Consiglio camerale ha deciso di portare all’ordine del giorno della prossima seduta un esame della situazione che riguarda il comparto economico del Salento. Nel frattempo, i consiglieri della Camera di Commercio di Lecce ed il Presidente Vadrucci hanno voluto esprimere una forte preoccupazione per le conseguenze economiche e sociali delle azioni di guerra “che colpiscono direttamente e indirettamente i settori produttivi ed i consumatori. In particolare, si esprime preoccupazione – si legge in una nota della Camera di Commercio leccese – per l’aumento dei prezzi sia delle materie prime che dei prodotti finali, con la conseguente riduzione del potere di acquisto delle famiglie anche sui beni primari, con pesanti riverberi sociali soprattutto sulle famiglie economicamente più deboli”

 

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