HomeLe donne nella storiaDONNE DI IERI E DI OGGI a cura di Silvana Delle Rose: ENHEDUANNA 

DONNE DI IERI E DI OGGI a cura di Silvana Delle Rose: ENHEDUANNA 

DONNE DI IERI E DI OGGI a cura di Silvana Delle Rose: ENHEDUANNA 

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Il primo poeta? Una donna

Il primo poeta nella storia dell’umanità è Enheduanna    vissuta intorno al 2300 a. C. nelle terre della piana alluvionale dell’Eufrate e del Tigri, nell’area più meridionale dell’odierno Iraq. Era figlia del grande Sargon, il fondatore  del più antico impero della storia, che iniziò il suo lungo regno intorno al 2340 a. C.,  la cui visione politica permise ai suoi successori di reggere l’impero per quattro generazioni. Il nome di Enheduanna è stato scoperto su due grandi sigilli del periodo di Sargon. Entrambi i manufatti sono stati trovati nella necropoli reale di Ur. Ma il manufatto più importante legato ad Enheduanna è un bellissimo disco di alabastro. Il disco è stato rinvenuto ad Ur, nel Giparu che era, con tutta probabilità, la casa della poetessa. Il disco è stato datato al 2000-1800 a.C. ed è stato trovato vicino la statua di una sacerdotessa, probabilmente la stessa Enheduanna.

Enheduanna  fu grande sacerdotessa del tempio del dio-luna Nanna della città di Ur, uno dei principali santuari del mondo sumerico. La più celebre opera di Enḫeduanna è scritta in lingua sumerica e ha come titolo  Nin-me-šárra (Signora di tutti i “Me”), opera più comunemente nota con il moderno titolo di “L’esaltazione di Inanna”. I “me” sono le prescrizioni/modelli/essenze (quest’ultima l’interpretazione di Pietro Mander) )  a cui si sottomettono le divinità che poi li trasferiscono alle divinità inferiori, fino agli uomini. Tali prescrizioni decidono il destino di ciascuno: il buon andamento del cosmo corrisponde all’uniformarsi ai “me”, alle prescrizioni. Ognuno vi si deve conformare in quanto esse esprimono l’assoluta bellezza e bontà.

Del Nin-me-šárra, che si compone di 153 righe, si trovano oltre cinquanta diversi frammenti di tavole incise in cuneiforme. Nell’opera viene narrato, in termini a volte oscuri, un drammatico evento della vita di Enḫeduanna: la sua fuga dalla città di Ur ove ricopriva il ruolo di sacerdotessa del dio  della città, Nanna e il suo esilio nella steppa.

…Io, colei che qualche volta si sentì trionfante

fui scacciata dal santuario,

come una rondine…

L’opera prende quindi la forma di invocazione, affinché gli dèi liberino dall’esilio la sacerdotessa.

L’inno si conclude con l’invocazione alla dea Inanna  e infine con il ritorno vittorioso della dea e della sua grande sacerdotessa, nel santuario di Ur.

…La più grande signora nello splendore della sala del trono

ha accettato le sue offerte

Nel cuore di Inanna è stata restaurata

Il giorno fu favorevole con lei,

era vestita per far risaltare la sua bellezza,

era vestita sontuosamente come una Signora

Come luce di luna crescente, era abbigliata…

Tale opera ebbe un profondo riconoscimento nella stessa letteratura religiosa sumerica, considerata in quell’ambito come uno dei dieci componimenti religiosi più notevoli, l’unico di cui peraltro conosciamo l’autore.

La poesia di Enheduanna è una voce certa e ispirata: chiara, toccante, piena di punti di forza, che scaturisce dalla passione e dalla saggezza dell’autrice.

L’ispirata sacerdotessa di Ur non fu solo la prima poetessa della storia, ma fu anche la prima donna nella storia ad aver svolto un ruolo politico di eccezionale rilievo.

 E’ una donna dei tempi antichi a cui va il merito di aver attraversato indenne la barriera del tempo, consegnandoci l’immagine di una donna dalla forte personalità, nessuno come lei ha saputo ricoprire il triplice ruolo di poetessa, sacerdotessa e principessa.

Lascia trasparire una forza viva e appassionata che la proietterà in una dimensione senza tempo, dove la poesia diventa parte del rituale e della legittimazione di un ordine prestabilito.

Inanna che per mezzo della raffinata poesia di Enedhuanna si trasforma nella divinità femminea per eccellenza. Le divinità femminili furono venerate e adorate in tutto il corso della storia sumerica…Però la dea che dominò, eclissò e sopravvisse a tutte fu una dea conosciuta con il nome di Inanna, “Regina del Cielo” dalle popolazioni sumeriche e con il nome di Ishtar dai semiti che vivevano a Sumer.

Regina di tutti i Me

Sfolgorante di luce chiara

Donna vestita di luce

Il cielo e la terra sono i tuoi indumenti

Tu sei l’eletta, la santificata.

Oh tu grandiosa per le tue doti

Coronata dalla tua immensa bontà

Somma sacerdotessa, sei giusta

La tua mano si afferra ai sette poteri

Mia sovrana, tu dalla forza fondamentale

custode delle origini cosmiche essenziali

Tu esalti gli elementi

Legali alle tue mani

Riunisci in te i poteri

Imprigionali nel tuo cuore

Come un drago lanci veleno sulla terra dei nemici

Ruggisci come il dio della tormenta

Come il seme che imputridisce nella terra

Sei il fiume in piena che precipita già dalle montagne

Sei Inanna

Suprema in cielo e in terra

Il suo modo di scrivere è molto personale e diretto. Le sue composizioni fanno rivivere le principali divinità mesopotamiche e indicano dove si trovano i loro templi, ma sono soprattutto preghiere che emanano umanità, parlano di speranza e narrano dei timori della vita di ogni giorno.

La  traduzione del componimento e un capitolo sulla vita e le opere della sacerdotessa-poetessa è in William W. Hallo e J.J.A. Van Dijk, The Exaltation of Inanna, New Heaven and London Yale University Press, 1968.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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