HomeSportLA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – Lecce vs Juventus 12ª GIORNATA D’ANDATA

LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – Lecce vs Juventus 12ª GIORNATA D’ANDATA

LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – Lecce vs Juventus 12ª GIORNATA D’ANDATA

La perla di Fagioli ed il palo di Hjukmand non bastano a giustificare il nuovo passo falso del Lecce

Uno dei proverbi spesso utilizzato nello sport come nella vita di ogni giorno è “la miglior difesa è l’attacco” credo che sia sconosciuto quasi del tutto a Baroni ed al suo Lecce.

Se è un merito quello di aver reso la fase di non possesso più ermetica rispetto al passato bisogna anche dire che per ottenere il risultato voluto si è rinunciato, a priori, all’altra fase di gioco, quella del possesso palla. I dati statistici parlano chiaro posizionando i giallorossi tra le squadre che fanno meno possesso palla ed attendono, talvolta, supinamente che l’avversario faccia il suo gioco per poi tentare di colpirlo in azioni di rimessa, un modo moderno per definire il contropiede.

Ieri ne abbiamo avuta l’ennesima conferma.

Baroni è partito col fermo proposito di aspettare la Juventus nella propria metà campo con le corsie esterne presidiate da Gengrey e Oudin a destra e Gallo e Strefezza a sinistra. A Ceesay è stato lasciato il compito di andare sul primo portatore di palla in uno sfiancante lavoro di prima interdizione. A Blin e Gonzales invece il compito assegnato è stato quello di dare una mano a Hjulmand nell’azione di rottura della manovra avversaria.

Per l’attacco alla difesa bianconera si sperava in una sortita veloce di Strefezza e Ceesay ma il primo compito loro assegnato li ha assorbiti del tutto e quindi il Lecce in avanti, anche ieri, non c’è stato per niente o quasi.

I giallorossi hanno retto per tutto il primo tempo in maniera egregia sia per propri meriti (grande impegno e ottima concentrazione) ma anche per la prova degli avversari volitiva ma molto lenta e abbastanza imprecisa poi nella ripresa la Juventus ha preso sempre più la deriva della gara anche grazie alla scelta di Allegri di mandare in campo, oltre ai due già presenti, un terzo della nouvelle vague bianconera quel Fagioli che con un colpo alla Del Piero ha segnato un gol da cineteca.

È bastato quel colpo d’artista e la Juve ha conquistato i tre punti mentre il Lecce fermo al palo per la seconda volta in casa ora aspetta i risultati di Verona e Cremonese conoscendo già quello della Sampdoria.

L’insegnamento della partita di ieri, che qualunque sia il risultato delle altre due squadre relegate alle ultime tre poltrone lascerà il Lecce quart’ultimo, è che Baroni deve assolutamente trovare un altro sistema per conservare l’impenetrabilità della difesa raggiunta (15 reti subite in 12 gare media 1,25) migliorando, però, la forza dell’attacco (9 gol segnati media 0,75) che a questo punto risulta migliore solo di quello della Sampdoria (8) alla pari di Spezia e Cremonese.

Ieri, a mio modesto avviso, il Lecce ha sprecato una buona occasione per battere la Juve, concentrarsi quasi esclusivamente alla fase difensiva tralasciando quella offensiva non ha neppure provato a accentuare quello stato di disagio che i bianconeri dimostravano di avere (nel primo tempo, poi superato) nel dover vincere per forza. Che fossero nervosi e ansiosi lo attestano i quattro cartellini giallo subiti nella prima mezz’ora.

Nei novantasei minuti di gara l’unica vera grande occasione da gol l’ha avuta Hjulmand allo spirare della partita; troppo poco per poter essere accettata come attenuante di una sconfitta.

Nella prossima partita e poi nella successiva prima della sosta per i Mondiali il Lecce dovrà giocare ad Udine e poi in casa contro l’Atalanta. Speriamo bene, ma bisogna intervenire.

Eugenio Luciani

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