HomeSportMARIA SOLE FERRIERI CAPUTI INFRANGE UN TABÙ NEL MONDO DEL CALCIO

MARIA SOLE FERRIERI CAPUTI INFRANGE UN TABÙ NEL MONDO DEL CALCIO

MARIA SOLE FERRIERI CAPUTI INFRANGE UN TABÙ NEL MONDO DEL CALCIO

Maria Sole Ferrieri Caputi, dopo essere entrata nella storia del calcio italiano per essere stata il primo arbitro donna a dirigere una squadra italiana di Serie A in un match di Coppa Italia, con domenica lo fa in maniera completa visto che sarà la prima donna arbitro a dirigere un match valido per il massimo campionato italiano.  L’arbitro livornese aveva diretto, aveva già diretto un’altra partita del Cittadella, in campionato contro la Spal, diventando il quarto arbitro donna di sempre a dirigere un match del torneo cadetto.

In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ha fornito interessanti indicazioni. “Ci tenevo a fare bene perché sapevo che stavo rappresentando un movimento intero, quello delle donne che arbitrano a tutti i livelli. Io sono solo la punta dell’iceberg di un mondo che sta crescendo. Sono soddisfatta, ma ho ancora tanto da imparare”.

Poi giusto per descriversi ha detto: “Vengo da una famiglia normalissima. Sono cresciuta a due passi dal Picchi. Ci andavo fin da piccolina con mio papà a tifare il Livorno. La mia passione è iniziata lì. Da bimba volevo giocare a calcio, ma la mamma non voleva. Erano altri tempi, non si vedeva di buon occhio una ragazzina che correva dietro a un pallone. Oggi per fortuna è diverso. A sedici anni mi sono iscritta al corso arbitri della sezione di Livorno. Un colpo di fulmine”. 

Sulla prima partita arbitrata: “Antignano Banditella-Sorgenti, categoria Esordienti, gennaio 2007. È andata bene. Ho espulso il portiere e la sua mamma mi ha aspettato fuori. Poi, quando ha visto tutti i miei parenti che erano venuti a vedere me, almeno una decina, è andata via”.

“Qualche giocatore maleducato l’ho trovato, ma il problema vero è chi sta fuori. Il giocatore lo gestisco. Ma la voce sguaiata, l’insulto del tizio attaccato alla rete di un campetto con venti spettatori lo senti. E fa male. Più di un coro in uno stadio da 20mila persone. Anche perché nel campetto di periferia sei da solo”. 

Sul var: “un gol a Cagliari l’ha tolto con la tecnologia… È una garanzia. Ho esperienza limitata, cerco di non sbagliare, ma so di avere una specie di angelo custode che mi corregge se serve”. 

“A volte si pensa che l’arbitro sia un uomo solo, ma non è così: gli obiettivi di uno sono gli obiettivi di tutti, di tutta la squadra”. Arbitro o arbitra? “Arbitro. Personalmente lo preferisco. Come preferisco sindaco a sindaca. Novanta volte su cento quando mi dicono arbitra è per sottolineare che sono una donna. Quindi preferisco arbitro. Credo che quando non ci sarà più l’esigenza di sottolinearlo, allora vorrà dire che ci sarà davvero parità”. 

Alla Ferrieri Caputi un sincero “in bocca al lupo” non solo per domenica ma per tutte le volte che andrà in campo e per la sua vita privata. Augurissimi e ad maiora.

 

 

 

luciani.2006@libero.it

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