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LE DONNE NELLA STORIA: KAHLO FRIDA

LE DONNE NELLA STORIA: KAHLO FRIDA

Frida Kahlo (Coyoacán, 1907 – 1954) è stata una delle artiste più importanti dell’arte messicana del ventesimo secolo.

Segue dal 21 luglio 2023

Il tema della genealogia e del riconoscimento di sé venne affrontato da Kahlo nel 1936 con l’opera I miei nonni, i miei genitori ed io. Il dipinto raffigura al centro la piccola Frida all’età di circa tre anni, in piedi al centro del patio della casa di famiglia, destinata a diventare la celebre Casa Azul. Con la mano destra la bambina tiene in mano dei nastri che confluiscono nelle immagini dei nonni materni e paterni, mentre al centro posano i suoi genitori. Il tema della discendenza e dell’identità fu un problema molto sentito dall’artista, probabilmente anche a causa della sua impossibilità ad avere figli. Tale impossibilità gravò molto sull’artista che portò con sé il senso di colpa e il peso di essere tra gli ultimi della sua famiglia. Nel 1939 dopo il viaggio a Parigi e dopo il divorzio dal marito Rivera, Frida tornò a vivere nella casa di famiglia, la Casa Azul.

In questo periodo l’artista realizzò molti autoritratti, tra cui il celebre capolavoro Le due Frida (1939). La tela raffigura due Frida sedute su una panca e pressoché identiche, sia nell’acconciatura che nella posa ma con abiti molto diversi. La Frida di destra indossa abiti europei, mentre quella di sinistra abiti tradizionali messicani. Le due donne sono unite da una stretta di mano e soprattutto da una vena che collega i due cuori. La Frida con l’abito tradizionale ha il cuore che poggia sulla camicia, quindi totalmente esposto, soprattutto all’amore. Nella mano tiene un cammeo in cui è ritratto l’immagine del marito Diego Rivera. Dall’altra parte invece la Frida europea ha il cuore protetto nella cassa toracica e con la mano impugna una forbice con la quale recide la vena che alimenta il cuore. È chiaro allora il forte valore simbolico di questo dipinto: Frida vuole rinascere attraverso un taglio profondo col passato sentimentale e che ambisce ad una nuova vita. L’opera divenne per l’artista il risarcimento di un dolore profondo.

Altra opera strettamente collegata al divorzio con il marito fu Autoritratto con collana di spine (1940). Nella tela, Frida si raffigurò in maniera perfettamente frontale e immobile, ricordando alcune icone medievali oppure alcune opere di Piero della Francesca per la geometria del volto quasi perfetto. Il carattere quasi sacrale che circonda il dipinto è necessario per una descrizione di sé come una martire: Frida, infatti, ha sul collo una specie di corona di spine. Sulle sue spalle poggiano una scimmia, che allude agli affetti familiari e un gatto dagli occhi minacciosi a ricordare la vitalità e la sensualità dell’artista. L’opera è senza ombra di dubbio l’autorappresentazione di una donna ferita ed offesa.

“La colonna spezzata” (1944) nacque per mostrare, presumibilmente, il proprio martirio. Nel 1946 Frida dipinse “Il cervo ferito” a conferma del suo stato di sofferenza, malgrado un intervento chirurgico subito alla schiena per lenire i dolori.

Per comprendere appieno la vita e le opere di Frida Kahlo è possibile visitare il Museo Frida Kahlo a Città del Messico. Un altro nucleo rilevante di opere di Frida Kahlo è quello del Museo Dolores Olmedo

Rimanendo sempre in Messico al Museo de Arte Moderno è conservato il capolavoro dell’artista: Le due Frida (1946). Negli Stati Uniti è invece imperdibile il MoMa, che ospita opere fondamentali nell’attività artistica di Frida Kahlo.

La morte sopraggiunse il 13 luglio 1954 a seguito di un’embolia polmonare che venne trascurata.

 

Fine

Pubblicato 28 luglio 2023

 

 

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